17 apr 2016 – Tana per i truffatori! È così che, a quanto pare, alcuni corridori sono stati pizzicati a correre con le biciclette truccate. Nessun controllo pre-partenza a scovarli, “solo” una telecamera termica che un bravo giornalista ha pensato di utilizzare durante due corse ciclistiche in Italia: le Strade Bianche e la Coppie Bartali. La telecamera termica altro non fa che evidenziare con colori diversi le differenti temperature e, guardando un ciclista sulla sua bici si dovrebbe vedere il calore sviluppato dai muscoli… non altro.
Invece è proprio altro che si vede nei video ripresi da Marco Bonarrigo.
«Abbiamo fatto diverse prove – ci ha spiegato Marco Bonarrigo, giornalista del Corriere della Sera – prima con un amatore, proprio evidenziare le differenze in maniera eclatante e verificare l’attrezzatura, poi in corsa dove effettivamente qualcosa di strano abbiamo visto».
Ovviamente Bonarrigo non fa alcun nome al momento «Prima di accusare bisogna dare la possibilità alle persone di difendersi – spiega – ma i video sono piuttosto chiari».
Parte dei video sono stati fatti vedere pure a Brian Coockson, il presidente dell’Unione Ciclistica Internazionale.
«Cookson ha guardato con interesse i video – spiega Bonarrigo – ma si è detto comunque fiducioso della bontà dei sistemi utilizzati al momento dai controllori dell’UCI».
C’erano anche oggi i controllori, all’Amstel Gold Race e li abbiamo fotografati mentre facevano il loro lavoro.
Lo strumento che utilizzano è un teslameter con un ipad la cui ricettivività viene potenziata con un’antenna posizionata nella parte posteriore (in effetti il tablet è “protetto” da una struttura).
«Tuttavia – ci ha spiegato ancora Bonarrigo – abbiamo visto che i campi magnetici generati sono molto instabili e il campo magnetico oscillante non viene rilevato».
L’indagine non si è fermata qui. Il giornalista è andato anche da Istvan Varjas, quello che definisce lo “scienziato-stregone” che gli ha mostrato le ultime novità in fatto di motori occultabili nella bicicletta. Un motore di appena cinque centimetri in grado di fornire una potenza di 250 Watt.
Ma la vera novità sono le ruote ad induzione magnetica.
Come funzionano?
Si basano sul principio del Ponte di Jonhson con dei magneti nella ruota attivati da una spira magnetica alimentata posizionata sotto al tubo di sella.
«A detta di Varjas – spiega Bonarrigo – questo sistema è impossibile da trovare senza un sistema speciale di rilevazione del magnetismo, in realtà secondo noi un modo per stanarlo c’è».
Che fare a questo punto? Ci arrendiamo al doping tecnologico?
«Non è detto – conforta il giornalista – basterebbe tornare alla… punzonatura. Un metodo certo per identificare i materiali utilizzati in corsa, pensiamo soprattutto alle ruote, e poterli tenere sotto controllo».
Nel suo reportage Bonarrigo parla anche di quello che ha definito “lo strano armeggiare”, ripreso con una telecamera nascosta, di Faustino Munoz, meccanico di Contador, attorno alla ruota posteriore dello spagnolo in occasione del Giro d’Italia.
Al tempo si era già parlato di “sospetto” riferendosi ai cambi ruota frequenti di Contador in occasione di alcuni punti particolari del percorso.
Cambi ruota di cui anche i tecnici Specialized (l’azienda che fornisce le bici) si erano detti poco convinti perché non ne vedevano un reale vantaggio tecnico rispetto al tempo che si perdeva per la sostituzione oltretutto interrompendo il ritmo di pedalata.
Nessuna accusa, ovviamente, contro lo spagnolo: non c’è alcuna prova e già lo conosciamo per essere un corridore piuttosto maniaco della bicicletta. Anche questo comportamento rientra tranquillamente nel personaggio.
Comunque siamo a un punto di svolta nei controlli sulle biciclette. È il momento, evidentemente, di prendere in considerazione dei sistemi più sofisticati sia per prevenire che per controllare.
Anche perché guardare i campioni con sospetto è la cosa peggiore che possa capitare al ciclismo.
Guido P. Rubino