4 ott 2016 – È andata com’è andata e il titolo è una provocazione. Il Giro di Lombardia ha avuto un bel finale e uno splendido Diego Rosa che ha perso dietro a Chaves che ha meritato.
Detto questo, leggo delle polemiche post corsa che sono state riprese dai giornali, altrimenti sarebbero rimaste nelle chiacchiere del dopo gara che si fanno in squadra. La sgridata, Rosa, se l’è meritata tutta visto aveva le gambe per vincere e ha speso male le sue forze arrivando pure secondo dopo aver lavorato per Aru. In ammiraglia c’era un tecnico come Martinelli, che a starlo a sentire non si sbaglia mica tanto. E poi ok, sono professionisti, una vittoria è “roba di lavoro”, prima ancora che soddisfazione personale.
Però mi piace pure pensare che Rosa abbia corso con la sua testa. Quel secondo posto è tutto suo, completamente suo. Più del primo posto che avrebbe fatto ascoltando alla radio i consigli giusti dell’ammiraglia. Quella radio che in molti ascoltano troppo e magari arrivano al traguardo col rammarico che se avessero fatto di testa loro…
Soprattutto quella radio che a noi spettatori e tifosi del ciclismo fa venire il dubbio: ha vinto il corridore o solo le sue gambe telecomandate? Perché dai, di corridori che nei momenti cruciali attivano la radio ce ne sono troppi e alla fine il dubbio ti viene: cosa avrebbe fatto se avesse corso col cuore? Che poi pure quello… e anche lì tra gli strumenti che ci sono sul manubrio e ti dicono tutto, sai già se vinci o se perdi all’inizio della salita e non c’è tattica che serva quasi. Come fai a spaventare un avversario che poi si mette ad andare su coi suoi watt sapendo che ti divorerà? E tu che speravi di mandarlo in fuorigiri.
Diego Rosa ha sbagliato e ha perso. Domani vincerà e magari quel dubbio lo avremo meno e lo apprezzeremo di più. Che poi è un giovane, sì, ma a 27 anni manco tanto. L’ammiraglia è importante, ma a me piacevano pure i direttori sportivi che mettevano il massaggiatore nel punto cruciale a urlare il consiglio giusto. Oppure a urlare direttamente dal finestrino dell’auto. Che poi le radioline servono per la sicurezza e non ci piove. Però mannaggia…
Guido P. Rubino
Diego è un corridore con grandi potenzialità ma in tante, troppe occasioni è stato sacrificato (e mortificato…) per il bene della squadra o del capitano di giornata. Dimostrazione di enorme professionalità, nessuno può negarlo, ma i forti si ricordano meglio per le vittorie che per lo spirito di sacrificio e l’abnegazione!
Non vorrei che in futuro Diego, ripercorrendo le tappe della propria carriera agonistica, avesse più da ramnaricarsi per le occasioni mancate che per i successi ottenuti.
Martinelli è un ottimo tecnico, ma al Lombardia ha sbagliato. Ho visto passare corsa sul Colle Brianza e Aru ha scollinato a metà gruppo, già un indizio del suo non eccelso stato di forma. Ho seguito le fasi successive della gara in Tv e più di una volta mi è sembrato che il capitano dell’Astana fisse un po’ provato… A quel punto, trattenere Rosa voleva dire perdere sicuramente la corsa ma ciononostante il piemontese, che sulle strade lombarde si esalta, ha rischiato di piazzare il colpo vincente!
Fossi stato in lui (che oltretutto poteva leggere in faccia la vera condizione di Aru), avrei finto un guasto alla radiolina e me la sarei giocata, con buona pace di Martinelli, Vino e l’Astana tutta!