30 ago 2016 – Eurobike il giorno prima è come un saggio di danza alla prova generale. Ballerini in borghese e scenari sparsi sul palcoscenico in una confusione che è difficile scommetere che di qui a poche ore sarà tutto perfetto. Intanto l’altoparlante sollecita a sbrigarsi, lo sanno che tanto nessuno andrà più veloce di così, ma a un certo punto bisogna dirlo. Poi qui son tedeschi, non è il caso di prendersela troppo comoda e non sciacquate i pennelli nei lavandini per favore (perché è scritto prima in italiano e poi nelle altre lingue?).
Tra tantissimi falegnami, pittori, carpentieri ed elettricisti c’è chi inizia a mettere le bici sui trespoli e in posizione per fare bella figura. C’è chi passa già il panno per lucidare ottimista sulla quantità di polvere che non aspetta. Quintali di spazzatura da portare via e scatoloni da rimettere su camion e furgoni tra cinque giorni, alla fine dei giochi.
Ma intanto si comincia a vedere qualcosa. È una fiera che parlerà molto del viaggiare in bicicletta, promettevano i comunicati nell’intensificarsi degli ultimi giorni e in effetti tra cartoni e bauli iniziano a sbucare fuori anche un bel po’ di borse da bici.
Ecco, poi ci sono anche le biciclette, ovvio, tantissime e diverse più che mai. Sì, diverse tra loro. Da quel poco che abbiamo potuto sbirciare tra teli e scatoloni, abbiamo potuto vedere biciclette di tantissimi tipi diversi. Al di là delle biciclette da corsa e le mountain bike, che sono ovviamente la maggioranza, c’è da segnalare un crescere di mille sfumature diverse e parecchi “spin off”. Ossia biciclette che non sono nemmeno nate da un voler adattare una mountain bike a viaggiare o una bicicletta da strada ad andare anche per campi, ma sono pensate direttamente per usi diversi e magari in città. Biciclette da trasporto o per spostamenti più lunghi, pieghevoli e recumbent comprese. Per inciso: in fiera ci sono ben 43 marchi che presentano biciclette pieghevoli e 11 che espongono recument, ma anche 9 tandem e 18 marchi di bici da trasporto.
E che ci siano addirittura 167 aziende (sempre tra quelle che espongono in fiera, naturalmente) che propongano biciclette per la città e urban è il segnale di un’esigenza che parte dal basso. Non sono le aziende che propongono un modo di pedalare, ma il pubblico che chiede sempre di più di muoversi a pedali. La fiera di Friedrichshafen, in tal senso, è la cartina al tornasole di tutta l’Europa. E sono tendenze di cui tenere conto perché è inevitabile che si ripercuotano sul nostro mercato. D’altra parte sono anni, ormai, che in Italia la bicicletta da città non è più considerato un mezzo povero e senza valore. Tanto più che ora, in città la bicicletta serve anche per trasportare oltre che per essere trasportati. E se proprio si vuole fare di più c’è il panorama delle biciclette a a pedalata assistita che va allargandosi sempre di più. Se le tendenze sono chiare in questo settore (ne avevamo parlato qui) la conferma viene proprio dalla quantità di modelli esposti: più di 200 marchi dedicati a questa tipologia. Chiaro no?
E le bici da corsa? Di quelle abbiamo già un po’ detto (e altro vi racconteremo nei prossimi giorni). La presentazione di oggi che FSA ha voluto in anticipo sulla fiera ha completato un quadro di componenti più vitale che mai. I sistemi di cambiata meccanica non moriranno, ovviamente, ma la presenza di soluzioni diverse, wireless o meno, oppure ibride (quella di FSA, in fondo, è un po’ una via di mezzo), ma anche idrauliche (come Rotor), dice di una sperimentazione importante in tutte le direzioni.
E pensare che qualcuno aveva descritto la bicicletta come due ruote, la sella, un manubrio e una catena.
GR