25 mag 2017 – Ogni tanto forse ci piacerebbe saperle spente quelle radioline (ferma restando la sicurezza dei corridori). E vedere in faccia il coraggio dei corridori senza pensare che sia infuso via etere o, peggio ancora, sia frenato.
Anche perché se non si attacca la maglia rosa, dopo averne fatto fuori tutti i compagni di squadra, si finisce per fare il suo gioco.
Nella diciottesima tappa del Giro d’Italia numero 100 di cose se ne sono viste pure, compresi gli scatti di Quintana e Nibali a 50 chilometri dall’arrivo, che vuol dire quasi a metà tappa.
Una tappa alla quale i corridori si sono presentanti dopo aver pure fatto i rulli per scaldarsi. Con cinque salite zippate in 137 chilometri c’è da soffrire sin da subito e non si possono prevedere chilometri fatti lentamente prima di infiammare la gara.
Gregari in fuga per Quintana a preludere all’attacco, ma la risposta di Dumoulin ha spento un po’ delle fiamme che ci aspettavamo.
Quando vedi la maglia rosa che non scatta, accelera e pian piano riprende tutti non è che ci sono più tante speranze. Anche la salita finale non stimola grandi attacchi, c’è paura della maglia rosa e vanno centellinate le energie.
Chissà se qualcuno non volesse osare di più?
Lo scatto di Quintana a poco più di sei chilometri dall’arrivo non è bruciante, ma giusto per riprendere Anacona, suo compagno di squadra e farsi tirare in un tentativo di attacco di forza più che di sorpresa. Neanche quando rimane da solo, Quintana, cambia di molto il ritmo, tanto che decide di farsi riprendere dal gruppetto dei migliori. Niente da fare insomma.
Dumoulin che risponde direttamente a Vincenzo Nibali, nello scatto ai -5, dice evidentemente di come Dumoulin consideri i suoi avversari. Li aspetta, gli risponde, li misura. Poi gli parte pure con un’accelerazione che sembra più un avviso: non fatemi arrabbiare, se no stravinco.
Parte una, due volte Dumoulin e li mette in crisi. Rispondono e restano tutti lì. Anche Pozzovivo che allunga sull’ultimo GPM. Dumoulin, Quintana e Nibali restano soli dopo che partono tutti (anche Zakarin). La lotta è tra loro per la classifica generale, ma secondo e terzo dovrebbero preoccuparsi di più dei loro avversari diretti in classifica.
Tra i due litiganti, davanti, la spunta Van Garderen. Dopo il secondo posto di Bormio, quello di Ortisei, per Landa, suona un po’ come una beffa. Ci riproverà ancora, perché la gamba c’è.
Domani è la volta di Piancavallo, arrivo in salita e tanta fatica ancora da fare. Ma senza il coraggio e forse con troppo tatticismo dalle ammiraglie, difficile aspettarsi di meglio se non qualche cedimento improvviso. Altrimenti avremo ancora Dumoulin saldamente in rosa.
Guido P. Rubino