29 ott 2016 – È successo ancora ed è evidente che succederà di nuovo. A questo punto sembra ipocrita pure chi si stupisce, a meno che non venga da un altro pianeta. Tra gli amatori c’è un problema doping che non è, evidentemente, un fenomeno di pochi imbecilli, ma parrebbe proprio sistematico e ripetuto. E, udite udite, c’è anche chi se ne vanta di prendere certe schifezze. Perché è un modo di vantarsi di essere come corridori veri (come se i pro’ che barano se ne vantassero tra loro). Piccolezze umane e uomini ancora più bassi.
Ma di cosa stiamo parlando? Di sciocchi appunto.
Così sembrerebbero quindi quelli beccati positivi alla Granfondo Campagnolo Roma e alla Tre Valli Varesine per amatori, almeno fino alla prova definitiva, ma i casi di errore nei controlli sono rari come i tagli dei ciclisti coi freni a disco.
Succede e non dovrebbe succedere, perché anche se la granfondo è importante è pur sempre una gara amatoriale. Ci si dopa per un prosciutto o poco più. E se c’è di più è male, perché un cicloamatore che dovesse prendere dei soldi sarebbe un cortocircuito folle del sistema che va corretto con urgenza.
Bisogna fare qualcosa.
Eliminare le classifiche? Potrebbe essere una buona soluzione. Tanto chi arriva dietro poco se ne importa di essere millesimo o tremillesimo, invece si tarperebbero le ali a chi pensa di essere ancora corridore se mai lo è stato. Un ex pro’ che si fa trovare positivo ad una granfondo in fondo si prende in giro da solo. Isoliamolo nel suo fallimento umano. Ma è semplicistico pensarla così. Evidentemente ne vale la pena, è qui il problema. E non si facciano paragoni con i professionisti (quelli veri). Il marcio anche lì va combattuto nei modi giusti, ma almeno non è per vincere un salame (e non li giustifichiamo lo stesso eh).
Quest’anno abbiamo visto e preso parte all’Amstel Gold Race per amatori. È una granfondo e si svolge il giorno prima della corsa dei professionisti sullo stesso percorso, come altre gare da quelle parti. Non c’è una classifica finale e chi ha fretta chiede permesso oppure si ferma senza imprecare. Ci sono i tratti cronometrati per chi voglia scommettere qualcosa sulla propria condizione ma, fatti quelli, si torna a pedalare col ritmo degli altri. Il mix funziona e aiuta pure nella gestione del traffico, perché se si fanno degli incroci controllati nelle strade di maggiore traffico, si riesce a gestire meglio anche l’impatto sociale.
A che servirebbe doparsi per una corsa così?
A niente e infatti non lo fanno (e se c’è qualche eccezione è isolata).
Però dobbiamo anche renderci conto, e far capire a tutti, che vincere una gara amatoriale non significa essere ciclisti forti. Quella è altra cosa e quelli forti sono a fare le gare vere e non si schierano al via con chi ha 40 anni più di loro e il doppio del peso per poi vantarsi di averli battuti.
Se non si ha coscienza, almeno che si abbia un po’ di dignità.
GR
In parlamento ci sono pregiudicati e ci si preoccupa della moralità di una breve intervista.
io invece credo che una classifica in una manifestazione sportiva serva a mantenere un sano agonismo. da sempre mi sono confrontato con gli altri e mai ho fatto uso di sostanze dopanti… credo che come me siano in tanti… quindi il problema (o la soluzione) non stia nel non mettere una classifica…
il problema secondo è solo di responsabilità.
più in generale la mia idea (già illustrata qualche mese fa) sarebbe quella di istituire una sorta di patente a punti per il cicloamatore e per le società che regoli le iscrizioni e le attività in base ai comportamenti ed alle azioni di tali soggetti.
il tesserato ha dei punti “sulla propria tessera”. alla prima positività c’è la squalifica per l’atleta e la sottrazione di punti a lui ed alla società (io metterei anche una bella multa salata ad entrambi i soggetti, ma questa può essere già fatta obbligando gli atleti e le squadre a firmare una penale in caso di positività ad un evento sportivo vedi la 9colli).
passata la squalifica, prima di tornare a gareggiare l’atleta deve recuperare i punti persi. può farlo o pagando (tanto) o partecipando ad almeno 3 eventi fci/enti come cicloturista, giusto per fargli capire lo spirito che deve avere un amatore. recuperati i punti può tornare a gareggiare normalmente. alla seconda squalifica scatta invece come per i prof la radiazione.
se lo fa, bene, altrimenti può starsene con gli amici in bici per strada.
per le società discorso simile. alla prima positività di un proprio atleta (oltre alla multa per responsabilità oggettiva) vengono tolti dei punti alla squadra. alla seconda squalifica invece scatta la “sospensione” della squadra, ovvero tutti i suoi tesserati possono solo partecipare come cicloturisti ad eventi fci/enti.
per recuperare i punti o si paga (tanto) o almeno 3/4 dei tesserati devono partecipare ad almeno 2 manifestazioni come cicloturisti. poi tutto torna come prima.
inoltre gli organizzatori di eventi potrebbero mettere come requisito di partecipazione per gli atleti quello di essere tesserati con squadre che abbiano tutti i punti o tot numero di punti sulla propria patente.
questo sistema genererebbe automaticamente gli anticorpi contro i furbi.
le società avrebbero interesse a garantirsi gli atleti più seri ed affidabili (per non incorrere in problemi).
e gli atleti che puntano alla vittoria a loro volta ad andare in squadre sane e serie che non gli possano creare problemi di partecipazione alle gare di spicco.
di fatto poi sparirebbero anche gli amatori “rimborsati” (di fatto stipendiati e sponsorizzati), altra piaga di un movimento AMATORIALE da sempre sottovalutato.
resterebbe solo il sano agonismo che in uno sport non può certo mancare!
Caro Michele,
La “patente a punti” come la chiami tu sarebbe una parziale giustificazione per quei pochi scellerati che fanno uso di sostanze illecite.
Il doping VA ESTIRPATO IN MODO DEFINITIVO e non mi si venga a raccontare che un atleta SANO ha bisogno di farsi prescriver medicinali assortiti per combattere l’asma o altre fantomatiche malattie !
Un altro modo per debellare la piaga del doping amatoriale senza eliminare le classifiche sarebbe controllare semplicemente i primi tre di ogni categoria.Costa molto? Ormai partecipare alle gare di granfondo gia’ costa un bel po’ aggiungere ad esempio 2£ al costo dell ‘iscrizione non ci cambia la vita ma pulisce quasi tutto l’ambiente!GARANTITO!
in realtà basterebbe solo un falso cartello di controllo antidoping nel paddock… e poi assisti alle (purtroppo note alla cronaca) scene di fuggi fuggi generale… auto in sosta vietata, figli da prendere a scuola, il cane che ha un infarto… insomma tutti hanno improvvisamente una fretta incredibile…
il problema è che davvero si dovrebbero fare più controlli (i primi di categoria sicuramente, ma anche quelli “segnalati” da indagini delle forze dell’ordine, così come più di uno a caso, giusto per scoraggiare i “dopati per il bar”). controlli che quindi servono numerosi. non si parla quindi di costi contenuti. per manifestazioni grandi non dovrebbero esserci problemi. discorso ben diverso per la gara del paese (e anche qui purtroppo ci stanno i dopati…non aggiungo altro…), magari organizzata con enormi sacrifici per quel centinaio di ciclisti… qui non puoi chiedere di pagare più di 20 € per l’iscrizione… e anche mettendo l’iscrizione a 40 € non ci pagheresti comunque le spese per un controllo solo…
quindi si devono anzitutto trovare soldi e poi scoraggiare certi comportamenti coinvolgendo più persone. in questo caso sono secondo me determinanti le stesse società.
È veramente assurdo doparsi per vincere una corsa importante o un grande Giro, ma farlo per una GF o una gara amatoriale va ben oltre il RIDICOLO!
Controlli ai primi di categoria e altri a sorteggio in tutte le manifestazioni amatoriali e RADIAZIONE TOTALE A VITA per chi viene trovato positivo, con divieto di tesserarsi presso altri enti e federazioni e sanzioni alle società e Dirigenti che non possono non sapere(quindi conniventi e corresponsabili)!
N.B. Il ciclismo è forse lo sport più sotto controllo, ma ancora paga per ombre sospetti (e molte certezze, purtroppo…) che vengono dal passato. È ORA DI DARE UN TAGLIO NETTO!
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A Spezia c’è uno squalificato a vita che si è tesserato in una società con sede a San Marino!
cio io penso che la gara è gara e quindi voglio la classifica. penso anche io che un po’ di sano agonismo faccia solo bene ,anche per capire i propi limiti ed è anche un’infusione di umiltà.non penso sia giusto per pochi imbecilli che si dopano penalizzare tutti. tanto chi si dopa a queste gare amatoriali imbroglia se stesso
L ennesimo articolo che ripete sempre le solite cose…
Bisogna fare i controlli e stracciare i tesserini.
Fine della triste storia.