21 ago 2017 – È presto, certamente, per parlare di fine stagione, c’è ancora tanto da correre, ma va detto che gli Italiani si stanno comportando davvero bene dando segnali positivi anche per le prossime gare non certo poco importanti (c’è un mondiale da pensare).
In questa stagione i colori azzurri sono rimasti troppe volte dietro. A volte così tanto dietro da far pensare a cosa ci sia di sbagliato nel nostro movimento. Certo, ce ne sono di cose da rivedere, siamo sempre quelli che non hanno una squadra nel gotha del ciclismo nel 2017, e questo fa tremare pensando al futuro, al poco spazio che trovano davanti i corridori più giovani e a un’organizzazione che sembra lasciare poco spazio a chi non matura in fretta (l’annullamento del campionato italiano per elite senza contratto è un segnale importante e non positivo). Dopo i 23 anni un corridore non ha più spazio per maturare: semplicemente corre il rischio di rimanere a piedi dove in altri Paesi, invece, c’è più modo di farsi vedere.
Mancano i programmi, si dice e probabilmente è così. C’è da lavorare forte per trovare i campioni e indovinare quelli che potranno esserlo un po’ in ritardo. Ma intanto le cose, dicevamo all’inizio, si stanno un po’ risollevando.
Ieri ad Amburgo con Viviani e lo splendido Trentin alla Vuelta (che non ha vinto, ma è come se lo avesse fatto, andatevi a rivedere quell’ultimo chilometro), oggi Nibali e non solo. Sentite cosa dice Cassani nel suo commento alla giornata su Facebook:
“Una rondine non fa primavera ma due si. Anzi più di due. Perché le vittorie (e che vittorie) in questi ultimi due giorni sono state due, ma di italiani la davanti ne abbiamo visti così tanti che ho dovuto prendere carta e penna per annotarli tutti.
Amburgo, ieri, Elia Viviani stravince una volata di forza partendo in testa e tenendo fino al traguardo. I battuti? Tutta gente che al Tour de France ha vinto (Demare, Groenewegem) e Kristoff, che allEuropeo era riuscito a batterlo per un cm. E sullo strappo finale era stato Sonny Colbrelli a rompere gli indugi portando via un drappello di uomini raggiunti a 6 km dal traguardo.
Sempre ieri Matteo Trentin è riuscito a conquistare un significativo secondo posto lanciando all’ultimo km un suo compagno di squadra. Esemplare la tattica e la condizione.
Oggi Davide Villella si è lanciato all’ attacco mostrando una forma in crescendo, poi avete visto cosa ha fatto Gianni Moscon? Si è messo in testa nell’ ultima salita e quando si è spostato erano rimasti in 13. Fortissimo.
Per non parlare del lavoro, precedente, di Salvatore Puccio.
Poi Fabio Aru, Domenico Pozzovivo e Vincenzo Nibali.
Ad un certo punto, ad un km dalla vetta dell’ultima salita, erano uno dietro all’altro, in testa al gruppetto dei migliori per cercare di andare a riprendere Froome e Chaves.
E alla fine la sparata vincente di Vincenzo. Superlativa.
In classifica generale? Tutti e tre nei primi 10.
Pochi minuti fa mi ha chiamato il CT della nazionale under 23 Marino Amadori che mi racconta del secondo posto di Imerio Cima nella quarta tappa del Tour de l’avenir. Era anche abbastanza contrariato perché Imerio è riuscito a battere in volata il campione del mondo (il norvegese Halvorsen) purtroppo però è stato battuto dal campione Inglese Lawless scattato all’ultimo km.
Abbiamo conquistato un argento al campionato europeo, abbiamo vinto una corsa importante come Amburgo, abbiamo sfiorato ieri e vinto oggi una tappa alla Vuelta, abbiamo attaccato da lontano e tirato in testa al gruppo, abbiamo sfiorato la vittoria tra gli Under 23 in Francia.
Io dico che siamo sulla strada giusta e questa sera sono orgoglioso per quello che stanno facendo i nostri ragazzi. Bravi.
GR