26 mag 2016 – D’ora in poi se entrere in un concessionario Piaggio non troverete solo scooter e mezzi a carburante, ma anche una bicicletta: Wi-Bike. Bicicletta elettrica “a pedalata assistita”, ma non solo. I progettisti Piaggio hanno puntato alla “interfaccia tra uomo e mezzo meccanico” e attorno a questo si è sviluppato il resto.
Alla base c’è il sistema di propulsione sviluppato e costruito dal Gruppo Piaggio inserito nel telaio realizzato appositamente in lega di alluminio idroformata. Il motore potrebbe arrivare a 350 Watt ma è limitato per legge a 250 (e i soliti 25 chilometri orari oltre i quali il sistema “stacca” la spinta). La coppia massima applicata è di 50 Nm.
Il sistema è gestito da un display contactless alimentato direttamente dalla vicinanza della centralina con tecnologia NFC (Near Field Communication) ed è dotato di connessione usb che alimenta lo smartphone e permette l’aggiornamento del firmware. La batteria è da 400 Watt, collocata dietro al tubo sella. Si ricarica in tre ore e permette un’autonomia tra i 60 e i 120 chilometri orari.
Funzionamento
Fin qui le caratteristiche, la Wi-Bike ha un funzionamento evoluto che si implementa associando uno smartphone e la relativa app distribuita da Piaggio. Il display del sistema dà le informazioni di viaggio e permette di impostare la potenza di assistenza su tre livelli. Con l’applicazione su smartphone (sia android che iOS) i livelli diventano 10 e intanto si ricarica pure il cellulare. Perché tutto funzioni occorre associare i dispositivi tramite il codice prestabilito, operazione che avviene dal concessionario al momento della vendita. Poi si associa l’eventuale (e consigliato) smartphone. Tutte le parti sono interconnesse tra loro: display, batteria e motore e non possono essere sostituite senza l’intervento della casa madre.
Da smartphone si possono gestire tutte le funzioni del sistema, oltre che farne costantemente il check per individuare eventuali problemi. La bicicletta può diventare un perfetto personal trainer: si può impostare anche la funzionalità che permette di applicare sempre la stessa forza ai pedali e poi il motore compensa le variazioni di pendenza e le resistenze. Così da decidere sin da subito quanta fatica si voglia fare.
Sicurezza
La sicurezza è il gradino successivo del sistema. Oltre all’efficacia si è pensato al limite “pratico” delle biciclette a pedalata assistita: dove la lascio?
La Wi-Bike, semplicemente, non conviene rubarla. Il motivo è, appunto, nell’inutilizzabilità del mezzo se manca qualche sua parte e per sostituirla sarebbe complicato al punto da rendere poco conveniente il furto.
Ma la bicicletta è dotata anche di un sistema GPS/GSM saldato al telaio che ne permette l’individuazione da parte dell’app sul cellulare. Pare che una bici sia già stata rubata e ritrovata in questo modo.
Soprattutto, questo sistema permette di mettere in piedi un discorso assicurativo efficace. Piaggio stessa si sta muovendo per fornire al cliente la possibilità di un’assicurazione in grado di coprire il valore della bici proprio grazie al sistema di localizzazione che non può essere rimosso.
La prova
Abbiamo pedalato in giro per Milano provando le varie versioni della Wi-Bike. Notevole per efficienza il sistema di cambio automatico “NuVinci” messo a punto da Shimano. Altrimenti è possibile avere il cambio tradizionale o il sistema integrato nel mozzo posteriore. Gli allestimenti prevedono anche la possibilità di forcella e reggisella ammortizzati, ce n’è per tutti e per diverse scelte. La soluzione che abbiamo apprezzato più di tutte è quella con cambio automatico: si adatta perfettamente all’utilizzo in città senza doversi preoccupare di modificare i rapporti, pensiamo soprattutto ai più inesperti che sono un obiettivo importante per chi produce una bicicletta a pedalata assistita di questo tipo. L’autonomia è notevole e nel corso del test abbiamo visto scendere di pochissimo percentuale di carica della batteria, anche sollecitandola perecchio per fare un po’ di prove estreme.
Il sistema sente subito la coppia di torsione sul movimento centrale e il misuratore di potenza attiva il motore in proporzione alla forza di spinta (e ovviamente al grado di assistenza impostato). Anche nelle ripartenze in salita (momento delicato per molti utenti) la bicicletta è pronta. Meglio con un rapporto basso, ovviamente, che ottimizza anche il consumo della batteria. In generale per tutte le biciclette a pedalata assistita occorre ragionare come sulle biciclette tradizionali e non demandare a oltranza al motore: una ripartenza col rapporto lungo come è più faticosa per i muscoli, lo è pure per il motore che, pure se non si stanca, consuma di più.
Il funzionamento è molto silenzioso, soprattutto nelle versioni a cinghia dove la manutenzione promette di essere quasi inesistente.
Ottima anche la guidabilità. Dal punto di vista ciclistico quella ruota posteriore così… lontana (tra piantone e ruota c’è tutta la batteria) ci preoccupava un po’, ma la scelta di Piaggio è azzeccata. Il peso è ben distribuito, basta sollevare la bici per rendersene conto e spostato verso il basso restituisce la sensazione di una bicicletta normale durante la guida. L’impostazione, in tutte le versioni è molto cittadina. Il busto è molto vicino alla verticale sulla sella e questo non favorisce spostamenti troppo lunghi. Ci immaginiamo una prosecuzione del progetto anche su modelli più sportivi. Una bici da trekking, con queste caratteristiche, ci starebbe proprio bene. Sono già previsti anche i freni a disco.
I prezzi? Si parte dai 2.899,00 euro. Non sembrano pochi ma non sono tanti se li paragonate a un motorino. Che costa di più e quando lo acquistate avete appena iniziato a spenderci soldi su. E in città non è detto che sia più veloce di una bici a pedalata assistita.
Tutte le informazioni si possono trovare qui: www.piaggio.com/wi-bike
Guido P. Rubino