24 lug 2016 – Chissà cosa passa per la testa di un corridore, da quello in maglia gialla all’ultimo della classifica, compreso Fabio Aru che è comunque al suo primo arrivo a Parigi, quando arriva all’Arco di Trionfo mentre su passa il tricolore francese lasciato nel cielo dalla pattugli acrobatica. È il coronamento di un’impresa, comunque sia andata nelle tappe precedenti.
La grandezza francese, dai paesaggi alla capitale che accoglie il Tour in un rito che si ripete ogni anno fa scuola a tutto il mondo e fa dimenticare pure con i suoi scivoloni.
Il solito rito della squadra della maglia gialla che passa per prima al primo giro sul traguardo e poi inizia la corsa vera, dopo i brindisi con lo champagne che pure sono un rito tra i corridori all’ultima tappa. Ma Froome fa anche di più portando bottiglie di birra, lui che si fa gregario, ai suoi compagni di squadra. Corsa vera con l’andatura che cresce nel circuito della capitale francese. Circuito che scivola via rapidamente, tra qualche fuga e le imprecazioni di Kittel che cambia bici e si ferma più volte per sistemare qualcosa.
Gruppo compatto alla fine e volata che vede primeggiare Greipel che finalmente riesce a vincere una tappa a questo Tour.
Alla sua ruota il “solito” Peter Sagan che perde pure un po’ l’aderenza della ruota posteriore negli ultimi metri (ma difficilmente avrebbe potuto fare di più). Comunque un fenomeno, forse il personaggio più significativo di tutta la corsa.
Redazione Cyclinside