20 lug 2017 – Non sapremo mai la verità su quello scatto di Landa. La Sky dirà che si trattava di una tattica prestabilita, che il Basco è stato mandato avanti in appoggio a Froome. Ma secondo me un’immagine su tutte stabilisce cosa stava realmente accadendo: Landa allunga, forse all’inizio non se ne accorge veramente, poi arriva su di un tornante a sinistra, gira la testa, alza la mano destra e stacca l’auricolare dall’orecchio. Forse sono solo mie fantasie, ma staccare la radio solitamente è il modo migliore per non sentire eventuali urli dall’ammiraglia.
Froome era palesemente in panico. Non sapeva cosa fare. Voleva follemente rientrare su Landa, ma non voleva fare la figura di quello che va a riprendere il compagno di squadra. E allora faceva quello che in gergo chiamano “il chiappa mosche”: seguiva chiunque già a mezzo scatto, si guardava e quasi li supplicava con lo sguardo di cercare di fare qualcosa. Se nessuno fosse partito lui avrebbe forse perso il Tour.
E qui per un momento ho pensato che Bardet e Uran avrebbero avuto il sangue freddo del campione di scacchi. Invece no, Bardet è partito ed ha servito sul piatto d’argento un contro scatto a Froome che così ha salvato la leadership nei confronti di Landa – importantissima, perché Landa sarebbe poi stato sotto capitano nei prossimi giorni – ed ha salvato la faccia di tutta la squadra, con un rientro che lasciava pensare che Landa fosse andato avanti in appoggio. Ma se Bardet avesse veramente avuto quel sangue freddo di non partire, di vedere fino all’ultimo se Froome davvero non si sarebbe messo a tirare ed avesse così messo in dubbio non solo la maglia gialla ma anche i galloni del capitano all’interno della squadra, ne avremmo viste davvero delle belle. Sarebbe stato Froome così signore come è stato Miguel Indurain al Mondiale di Duitama, quando sebbene fosse il più forte non si mise ad inseguire Olano, e lo lasciò praticamente vincere? Di Indurain ce ne sono stati pochi nella storia.
Insomma oggi l’avversario numero uno di Froome ha scoperto le carte per qualche km.
Stefano Boggia (www.daccordistore.it)
Premesso che sono un appassionato di ciclismo e non un esperto, ma a me personalmente mi sembra che si stia montando l’ennesimo caso che non c’è con questa storia Froome/Landa.
Per me Landa sta facendo molto bene il lavoro per cui è stato scelto dal Team Sky per partecipare al TdF 2017, quello d’essere un riferimento per il capitano nelle salite più dure, cosa che sta facendo molto bene, come del resto tutta la squadra.
Landa immagino che era pienamente consapevole ad inizio Tour che questo era il suo ruolo, non è che si scopre oggi che questo è il modo d’intendere le corse a tappe della Sky, il TdF prima di tutto che deve essere vinto dal leader principale del Team, il Giro d’Italia è per far sfogare le velleità dei “gregari” di lusso nel ruolo di capitano e farli crescere come leader del Team. Cosa che ci può stare (anche se credo che il Giro andrebbe maggiormente onorato da una squadra come la Sky), ma che tuttavia negli ultimi due anni non ha riscosso successo, anche per eventi sfortunati.
A mio avviso ieri Landa ha avuto la sua possibilità d’andare a vincere la tappa e salire sul podio del Tour, solo che dopo uno scatto impressionante non ha avuto la forza per andare a chiudere su Barguil.
Froome non mi è sembrato, dopo lo scatto di Landa, preso dal panico di restare da solo, ha controllato e poi ha provato staccare i diretti avversari, soprattutto Uran che ora mai è l’unico che può toglierli il primato con la crono.
Doveva provare e ha fatto bene, se alla fine ha ripreso Landa, non gli si può dare una colpa o pensare a chissà quali strani risvolti e lotte interne al Team.