A parlare di freni a disco sembra di voler fare polemica. L’abbiamo avuta più volte questa sensazione nelle chiacchiere tra appassionati e tecnici, ma anche nel confronto con alcuni lettori che prendono come una provocazione ogni articolo pubblicato su biciclette dotate di questo sistema.
Premesso che non c’è ovviamente volontà di costringere nessuno a cambiare bicicletta, è altrettanto vero che non si possono ignorare le proposte di innovazione che vengono lanciate sul mercato.
Però alcune cose vale la pena metterle in chiaro.
Ecco qui i dieci punti su cui normalmente si fissano le critiche ai freni a disco e le risposte motivate.
1. Non servono
Questo è l’appunto classico: se si frenava prima (riuscendo a bloccare la ruota) a cosa serve potenza in più?
Risposta: Non è solo più potente la frenata, è molto modulabile (come con i freni tradizionali) ma, soprattutto, è costante. Quando si allunga appena una frenata il surriscaldamento dei pattini fa deteriorare immediatamente la potenza di frenata. Il ciclista compensa, istintivamente, facendo più forza sul comando freno. Ecco, questa operazione che si fa istintivamente, col freno a disco non avviene. E automaticamente ci si adatta ritardando la frenata. La sicurezza è maggiore, ma anche la prestazione migliora.
2. Pesano di più
Appunto legittimo ma bisogna fare bene i conti. Il telaio, è vero, deve essere irrobustito nei punti dove si fissano le pinze freno e occorre anche tenere conto dell’appoggio asimmetrico di queste. Tutto fattibile e con qualsiasi materiale (c’erano dubbi?) ma è vero che il telaio si appesantisce? In parte sì, ma si risparmia pure peso dall’archetto freno posteriore (è vero: lo stesso accade con il freno direct mount sotto alla scatola del movimento centrale) ma anche con le parti meccaniche. A conti fatti molte biciclette non pesano poi tanto di più delle altre (diversi modelli immessi sul mercato di recente dimostrano proprio questo se paragonati con pari livello con freni tradizionali). In ogni caso si può compensare con componenti ad hoc.
Poi ci sarebbe sempre il discorso sui limiti UCI, per cui le biciclette moderne sono fin troppo leggere e spesso i professionisti sono costretti ad appesantirle. Tanto meno influisce un freno a disco.
Con i freni a disco, inoltre, i cerchi si possono alleggerire perché non c’è più la necessità della pista frenante che deve essere irrobustita, protetta dal surriscaldamento e così via. Questo si traduce in un risparmio di peso nella zona periferica della ruota, quella che incide di più nella dinamica della bicicletta. Anche se il peso delle ruote non ne guadagna (considerando l’appesantimento del disco sul mozzo) è vantaggioso lo spostamento del peso verso il centro della ruota.
3. Manutenzione complicata
Diversa, non complicata. Lo spurgo di un freno a disco richiede qualche attenzione in più (guai a far entrare in contatto il liquido con i dischi, ad esempio), ma si può fare più velocemente rispetto alla sostituzione di un cavo meccanico. È solo questione di pratica ovviamente e di utilizzare gli strumenti giusti. Ma anche per la sostituzione di un cavo occorre avere le chiavi apposite. Anzi, un circuito idraulico ha un’affidabilità e una costanza di funzionamento migliore rispetto al corrispettivo meccanico.
4. Durata delle pastiglie
Durano di più dei normali pattini freno e costano meno se si fa il raffronto con pattini dedicati a cerchi in fibra di carbonio. In caso di pioggia e fango questi tendono a deteriorarsi e a rovinare il cerchio con conseguente spesa notevole a carico del ciclista. Nessuno problema, invece, per i sistemi a disco.
5. Cambio ruote lento
Se guardiamo un cambio ruote fatto nella montain bike, dove i meccanici sono abituati all’utilizzo dei freni a disco, vediamo che i tempi totali non cambiano. Parlando con un meccanico esperto di entrambe le discipline (qui l’articolo) si era quantificato un tempo di trenta secondi per il cambio ruote a disco. Poi, a microfoni spenti ci ha confessato: “abbiamo fatto delle prove: siamo arrivati attorno ai 15”. Insomma, è solo questione di allenarsi ad un’operazione evidentemente diversa, ma perfettamente fattibile.
Per il futuro probabilmente ci saranno anche altre novità: più di qualcuno sta studiando soluzioni evolute che permetteranno di lasciare il sistema frenante fissato al telaio (così come la ruota libera e il pacco pignoni) senza modificare gli standard dei telai. Ma anche allo stato attuale la cosa è fattibilissima.
6. Pericolosità: tagliano
Ok, sono studi di parte, ma le aziende hanno smontato una per una le situazioni che lo scorso anno erano state portate per dimostrare la pericolosità dei freni a disco (ne avevamo parlato qui). Di recente c’è stato un episodio di una ferita evidente di una ciclocrossista statunitense. L’impatto col disco c’è stato così come la conseguente ferita. D’altra parte le biciclette non sono mai state dei cuscini morbidi su cui cadere. Sono fatte di spigoli e parti taglienti. Chi si lamenterebbe di una moltiplica tagliente? E di danni provocati dalla moltiplica se ne sono già visti. Il freno a disco è certamente una parte in più, ma gli ultimi interventi che hanno imposto di arrotondarne gli spigoli sono risultati molto efficaci. Tagliarsi è davvero difficile (si possono trovare online filmati di prove di chi ha frenato a mano una ruota toccando il disco dalla parte più tagliente.
7. Pericolosità: si arroventano
Un cambio ruote dopo una discesa metterebbe a serio rischio l’incolumità del meccanico al contatto con un rotore rovente. Vero in parta. Ma occorre fare alcune precisazioni. Tanto per cominciare si tratta di una situazione quasi al limite, tanto più che i corridori sono abituati a frenare a piccoli tocchi sui freni, proprio per non farli surriscaldare. Poi occorre prendere in considerazione anche la rapidità di raffreddamento del disco. Nel secondi in cui il corridore scende dalla bici e si procede allo smontaggio della ruota la temperatura scende tantissimo e scottarsi è davvero difficile. Abbiamo seguito personalmente dei test di surriscaldamento di un disco in discesa e il decadimento della temperatura era così rapido da renderne difficile una misurazione reale.
8. Pericolosità: frenata non uniforme in gruppo
Utilizzare in gruppo freni a disco e freni tradizionali sarebbe pericoloso. A parte che affermare questo significa già, evidentemente, smentire le critiche del punto 1 va detto che chi corre ha già una capacità di guida della bicicletta molto elevata e sa regolarsi nella frenata. Qualche situazione di pericolo in più si potrebbe creare, ma al momento non sono risultate né sono state riportate situazioni critiche nelle gare in cui i freni a disco sono stati utilizzati (e non certo in maniera uniforme da tutti i corridori).
9. Rumorosità
Sì, un disco si può deformare, toccare le pastiglie… ma nei modelli moderni questo è piuttosto difficile e non ci sarà certo da immaginare operazioni acrobatiche in corsa a sistemare la posizione delle pinze. Inoltre i sistemi moderni flottanti evitano situazioni del genere. D’altra parte quando è nata l’idea di portare i freni a disco sulla bicicletta da corsa uno dei punti su cui si è lavorato è stato proprio questo: devono essere silenziosi sempre, anche dopo lungo utilizzo.
10. È solo marketing
È “anche” marketing. Certamente una nuova tecnologia serve alle aziende per fare innovazione e quindi vendere il prodotto creando aspettative e desiderio da parte del consumatore. È sempre stato così e lo sarà ancora come è giusto che sia. Ma è anche – e ci piace pensare soprattutto – evoluzione tecnologica.
La stessa che ha portato ai pedali a sgancio rapido, ai gruppi elettronici (che no, non hanno sostituito quelli meccanici come si temeva), così come a suo tempo portò all’alluminio e poi alla fibra di carbonio per i telai. E pensate che si disse la stessa cosa, sul marketing, per ognuna di queste innovazioni. Tornereste oggi a una bicicletta in acciaio, con i puntapiedi e i comandi al telaio? Davvero pensate che tutto quello che ha trasformato quella bici in acciaio, con cambio a 5 velocità, puntapiedi e comandi al telaio sia stato tutto marketing?
Che poi lo abbiamo visto. Le aziende spingono sì sui freni a disco come novità tecnologiche, ma hanno pure in catalogo biciclette con freni tradizionali (quindi non c’è da temere in svalutazioni repentine acquistando oggi una bicicletta con freni tradizionali), perché sanno bene che il mercato è anche lì e non vogliono costringere nessuno. Nemmeno i professionisti. Altrimenti l’avrebbero già fatto. I mezzi li avrebbero pure tutto sommato.
E poi…
Freni a disco per bicicletta, fading, potenza e affaticamento. Un appunto
Redazione Cyclinside
Buongiorno non condivido alcune interpretazioni sull’argomento : cerchio più leggero , non durerebbero nulla su una strada un po’ sconnessa , pericolose. Non si può considerare il taglio del disco toccandolo con le mani , può avere gli spigoli arrotondati ma con la velocità è una lama , la ruota anteriore è la prima che urta su un ostacolo e paragonarlo alla moltiplica che è in centro ad una bicicletta non mi sembra uguale la percentuale di possibilità di urtare un’ostacolo .
Sono una persona che da giovane durante una gara , in una caduta di gruppo sono stato colpito alla testa da una moltiplica con conseguente ferita , ma era una caduta di gruppo !!
Sicuramente avranno un vantaggio di frenare bene con il bagnato , ma vorrei provarlo in discesa con diverse frenate forti , visto la leggerezza del disco , se si riscalda e se vibra perché deformato dal calore .
Arrivederci
Nell’articolo leggo: “un circuito idraulico ha un’affidabilità e una costanza di funzionamento migliore rispetto al corrispettivo meccanico”.
Non sono d’accordo: coi dischi la qualità di frenata diminuisce proporzionalmente all’invecchiamento dell’olio nel circuito (assorbimento umidità) fino a rendere le leve spugnose e la frenata inefficace.
Tra un impianto a disco appena spurgato ed uno che necessita di spurgo c’è una differenza che, in rapporto, sui freni tradizionali con cavetti nuovi e altri con cavetti vecchi ed allungati non si avverte così drasticamente!
Non riesco a capire questo conservatorismo senza aver provato.
Quando in mtb c’erano i v brake si facevano molte più cadute per il bloccaggio delle ruote.
Non mi sognerei mai di montare una bici anche da strada con i vecchi freni.
Per quanto riguarda la sostituzione per esperienza personale i tempi non sono poi diversi
non è vero che le pastiglie si consumano di meno dei freni tradizionali.dal mio punto di vista chi scrive ama un po’troppo i dischi.saluti
Sono estremamente convinto che i freni tradizionali sono sicuri modulabili e potenti non meno dei freni a disco e continio a non capire i tanti cambiamenti fatti negli ultimi anni vedi guaine interne pinE dei freni sotto il movimento centrale cambio elettronico e adesso addirittura wirless,ripeto io non capisco ai fini prestazionali a cosa servono l’unico motivo che mi induce a pensare che venga attuata UNA SUPER TECNOLOGIA alle bici è solo per un rientro economico per le aziende e questo lo posso capire tanto ci sono sempre quegli amatori così frustrati dai risultati che secondo loro acquistando una bici super tecnologica si possa andare più forte…ahahaha. ….secondo me bisogna aggiornare tanti super cervelli altroché.
Ci sarebbe parecchio da ridire su ogni singolo punto…non mi addentro nei dettagli tecnici altrimenti c’è da scrivere una enciclopedia. Mi fermo al peso. A parità di gamma e montaggio una bici coi freni a disco idraulici pesa circa dai 400 ai 550 gr. in più. Questo è un dato reale. Sottolineo a parità di montaggio. Ad alleggerire si può sempre ma si sale di costi.
Non si puó fermare il progresso tecnologico. Non capisco tutto questo attaccamento conservatorio. Forse a qualcuno rode aver speso 3-4 mila euro per una bici con un sistema frenante “vecchio” seppur perfettamente funzionale. Per esperienza sono pro disc non solo per i motivi giá citati ma anche perché non risentono di nessuna diminuzione di prestazioni in caso di pioggia o pozzanghere che invece impattano drasticamente sui pattini tradizionali. Inoltre una ruota con freni a disco, anche se fosse lievemente storta non genera quel fastidioso effetto ondulatorio in fase frenante che purtroppo invece si avverte sui pattini.
Insomma, ad oggi vi sono attacchi pedale di tipo keo look o spd ed in paragone é come se si continuasse a voler insistete che le gabbie per agganciare i piedi sono un sistema migliore o analogo. I pattini purtroppo prenderanno sempre piú la strada del “vintage” checché se ne possa dire in merito.
Saluti
L’articolo sarebbe stato più godibile se non fosse stato spudoratamente a favore dei dischi. Non c’è un singolo punto dove ho trovato obiettività ed equidistanza nei giudizi…alcuni da politicante navigato tipo il discorso sulla durata delle pastiglie, peso ugua,e della bici, manutenzione uguale ecc.ecc. Nessuno contesta la validità dei dischi in mtv, sulla bici da corsa ha pochi reali vantaggi, anche perché se piove in bdc in discesa vai piano, sennò ti smisi, hai voglia a frenare meglio, le ruote sono diverse, in bdc non vai sull’erba bagnata come in mtv, quindi il maggior beneficio del disco non lo vedo. Tanto più oggi, che con i doppi perni le frenate sono straordinarie. Quindi avresti fatto meglio ad essere meno di parte, a mio avviso!
Sono mesi che utilizzo i freni a disco. Mi trovo bene vorrei considerare l’ aspetto che è più sicura.pesa di più e quindi il motivo che non piace a molti
Credo che l’evoluzione non si possa fermare, e penso che sia una cosa positiva i freni a disco,comprerò una bdc con i freni a disco l’ho provata e non c’è paragone.
Tutta la vita freni a disco.
Se l’evoluzione non si può fermare è perchè ci entusiasmiamo ogni volta che escono nuovi standard e corriamo a comprarli, facendo il gioco delle aziende. I freni a disco hanno dei vantaggi, siamo d’accordo! Ma benchè se ne dica nell’articolo, complicano la manutenzione di un mezzo come la bici, dove la semplicità dovrebbe avere la precedenza. Secondo voi perchè, come specificato nell’articolo, più di qualcuno stà studiando soluzioni che lascino fissati i dischi al telaio? Perchè le case hanno capito che come sono ora non vanno bene!! Dunque volete comprare l’attuale configurazione di impianti a disco sapendo che le case li considerano già obsoleti??? Prego, accomodatevi… Io preferisco ragionare con la mia testa, farmi dare del conservatore e non entusiasmarmi finchè un prodotto non è realmente migliorativo e stabile… So bene che le case hanno già deciso che i caliper vanno eliminati e il singolo come me non può farci niente, ma almeno rivendico il piacere di usare la mia testa senza farmi influenzare. Soprattutto sulle cose oggettive, come ad es. la maggior semplicità ed affidabilità dei caliper. Buon fine settimana a tutti!
Sono in parte d accordo con la corsa ai mercati nuovi ragazzi ma se su tante cose è proprio reale sul discorso freni a disco mi permetto di dire che è una delle migliori innovazioni degli ultimi tempo. Anche se i rapporti sono diversi io guido autotreni da trenta anni automobili da oltre: ma non vi ricordate i vecchi e stra pericolosi freni a tamburo? Non aggiungo altro per non essere troppo prolisso ma la qualità,la sicurezza l affidabilità e la facilità di cambiare le pastiglie anche su un mezzo pesante è impagabile. Poi come in tutte le cose c’è un dare e un avere, e qui l uomo della strada ha piu che avuto. Buona sera a tutti
Un buon compromesso tra potenza, modellabilità e semplicità d’uso sarebbero i classici freni a caliper conandati idraulicamente.ci sono già sul mercato, sarebbe interessante confrontari con dischi e impianti tradizionali
Nella MTB sono la normalità e la sicurezza e la precisione della frenata non ha pari. Le novità spaventano sempre e creano divisione di opinioni, ma credo che tra un anno o due diventeranno lo standard anche su strada. Non è marketing, è evoluzione.
Salve a tutti! Per prima cosa vi vorrei dire che sono un meccanico di biciclette, leggendone i diversi punti dei “miti da sfatare” sono sempre più convinto che il freno a disco su bici strada non avrà tanto successo, perché la novità è bella all’inizio ma in seguito le persone capiranno che questo nuovo metodo idraulico sulle bici strada è piu’ costoso,inutile,e per niente pratico (sarete sempre costretti a portare la bici dal meccanico anche solo per regolare una pinza o fare lo spurgo freno). Il progresso si! ma non ci dimentichiamo anche dei fallimenti da parte delle grandi società nel creare alcuni prodotti (es. bici elettriche per il privato, ruote mtb 29″,cambio elettronico bici strada ecc.) LA BICI DEVE RIMANERE LA BICI!!!!!! NON E’ UN AUTOMOBILE!!!!!! QUANDO LO CAPIREMO!!!!!
BICI&BICI sono molto d’accordo con te per il ragionamento che fai sui freni a disco, ma gli esempi che fai per i fallimenti (bici elettriche per il privato, ruote mtb 29″) a me sembrano dei clamorosi successi invece…
Per quanto riguarda le bici elettriche, sono utilissime, ma per un uso non sportivo. Provata qualche bici elettrica di amici, per sistemargliela ( mio cugino ha rotto il forcellino, catena scesa sui raggi limatissimi, cambiati 9 raggi dal lato catena … ) … ma contro vento o in salita, fatica zero.
Chi è un atleta costante ciclista, la bici elettrica non sa nemmeno perchè l’abbiano inventata. Oltretutto con il limite dei 25 orari !
MTB con ruote da 29″ … ne ho costruita una per me leggera in carbonio con forcella rigida, con il pignone da 10 denti dietro … ma non scherziamo nemmeno. E’ un elefante unico. In discesa su ciottolato, così in alto, mi sembra di cadere da un momento all’altro. LA 26 è più attaccata al terreno. In tempo di coronavirus, il giro del giardino all’aperto, curve strettissime, la 26 vince sulla 29 come raggio di inversione ad U ! La 29 a parità di rapporti è più pesante e meno veloce. Meno ripresa.
Unico vantaggio : più comoda per via delle ruotone più ” piatte ” sul terreno. Sgonfiando la pressione al minimo, non ha nemmeno bisogno di ammortizzatori, infatti io con la rigida non ne sento il bisogno, a meno di fare stradacce piene di sassoni.
Nelle buche ? Fino ad un certo punto non le sente. In una buca dalla forma della ruota da 29, questa si infossa, la 26, invece, ci ruota dentro ! Immaginiamoci una buca con la forma della ruota di un trattore. Questo ci si infossa. Una bici con ruota da bimbo da 16, ci va dentro, invece !
Inoltre le 26 hanno telai che variano le misure e le geometrie a seconda delle misure del corpo tra una persona e l’altra. Non è vero che sono telai piccoli. Semplicemente hanno geometrie più compatte e meno allungate rispetto alla 29.
Un telaio XL per una persona da oltre 190 cm di altezza, è grande anche su ruote da 26.
Fin’ora ci sono solo svantaggi per quanto riguarda l’acquisto di una 29 a partire dal costo della bici. Solo che le 26 di adesso si trovano solo ormai in versione da supermercato, pesanti, massimo 7 velocità, ancora con componentistica superata. Le ultime con componentistica di alto livello, sono sparite dal mercato per evitare che contrastassero al vendita delle 29, degli elefanti unici nel ciclismo.
Se Jalabert, inoltre, nel 1998, per andare più veloce, ha gareggiato nella tappa di Oropa vinta da Pantani in rimonta ( arrivando 2ndo ), ha utilizzato una bdc con telaio e ruote da 26 … ci sarà un motivo, no ?
Faccio mountainbike da 20 anni e uso bdc tutta Ultegra con freni caliper per allenamento.
La prossima bdc sarà coi freni a disco, anche se ovesse pesare un kg in più.
Frenate con un dito, lunghe discese senza problemi, funzionano anche sotto i temporali estivi, manutenzione facilissima (con la mtb spurgo il DOT una volta l’anno se mi va di sfiga, dischi e pastiglie li cambia da solo anche un imbranato come me).
Anche nella mtb c’erano stati movimenti “conservatori” per i v-brake. sapete com’è finita..oggi trovate i dischi pure sulle mtb del Carrefour :-)
Ecco, prova a chiderti come mai ci sono anche sulle bici del ” carrefour ” … pure all’Eurospin … bici da 90 euro con i freni a disco.
Indovina ? Però ? Perchè non dici che sono freni a disco ” meccanici ” ? Con il cavo ?
Ecco … e sai perchè ? Perchè fanno vendere la bici … 90 euro con freno a disco : un affarone ! Poi la gente non sa che quei freni a disco sono con il cavo al posto del fluido, e che non ti possono vendere una bici a 90 euro, con i freni Sram da 400 euro, o i Magura o i Fortuna. Approfittano dell’ignoranza del non ciclista che compra la bici che costa poco, che pesa tanto però !
Ma se vediamo gente con le city bike con freni a disco, sulle ciclopedonali di Rimini, o di Jesolo, completamente pianeggianti … andare a 12 all’ora … con il casco ben allacciato !
Il problema non è essere tradizionalisti. Il problema è essere ” modernisti ” se ci sono dei miglioramenti netti.
Se per avere una frenata più potente ( su una bici ? Vogliamo volare fuori dalla sella ??? O impuntarci ? O fare fuori un copertone da 60 euro con una frenata sola ??? ) o più modulabile, devo poi avere problemi a cambiare le pastiglie ( Avid Elixir è un’impresa ) o a centrare il disco rotore tra le pastiglie dopo una foratura, allora CIAOOOO !
Tante buigie ed inesattezze su tutti i punti. Io ho paura dell’incolumità dei corridori. Una caduta di gruppo, vede bici “impazzite” con strane carambole, quei dischi rotanti, liberi di girare mi fan venite i brividi… Chi afferma il contrario, mi spiace, ma le corse in bici non le ha mai viste, e soprattutto non le ha mai fatte….
Quanti luoghi comuni in questo commento, caro Luigi….
Ormai si stanno ricredendo anche i meccanici al riguardo.
(Consigliamo una lettura del nostro dossier sui freni a disco: https://cyclinside.it/dossier-freni-a-disco/)
Un saluto
Tecnicamente risulta alquanto strana la forzatura che il mercato sta attuando con i dischi (e non solo) sui telai strada. Vantaggi epocali non sussistono davvero, l’unico, effettivamente, è solo quello dato da una frenata più efficiente, certamente utile nelle competizioni “nervose” stop-and-go come mtb e ciclocross ma direi irrelivante nelle gare su strada; è incontestabile che i caliper sulle “road” rimangono di gran lunga preferibili: più semplici, leggeri e facili da installare, registrare e revisionare, sostituire in corsa, oltre ad essere piu “puliti’ (essendo meno ingombranti all’occhio) esteticamente. Non sembra reggere neanche sullo sviluppo dei nuovi telai “aero” poiché l’idea che un impianto tradizionale abbia una resistenza aerodinamica in termini di vortici creati (non certo di ingombri) più elevata rispetto al disco, seppur provata, appare infinitesimale e quindi trascurabile non solo per il dato elemento ma anche per il fatto che la maggior parte della superficie resistente all’aria è data dall’atleta e quindi dalla sua posizione. Appare infine assurdo il fatto che una bici corsa di alta gamma nel 2019, con soluzioni disco e gruppo elettronico come mercato quasi impone, sia 500/900 grammi più pesante di una della stessa categoria progettata 15 anni prima, fatto che inverte inspiegabilmente una tendenza secolare 🙈.
E’ tutto marketing. Come il fatto che adesso l’impianto dei freni a disco comporta qualche etto in più … ovviamente per fare vendere le bici fra 10 anni, con impianto dei freni a disco che peserà invece … qualche etto in meno rispetto ai caliper !!!
E’ un po’ come i copertoncini Vittoria Pro Rubino Plus. Mai bucato tranne una volta con un super chiodo che bucherebbe anche i cingoli di un carroarmato !
Ma … hanno studiato un nuovo tipo di copertoncino dello stesso tipo che è meno perforabile … che costa però 10 euro in più … e pesa una ventina di grammi in più, o 15, una roba del genere !
Perchè ? Perchè fra 5 anni uscirà la versione 3.0 che peserà 20 grammi in meno dell 2.0 che pesa 20 grammi in più rispetto alla prima versione messa fuori produzione !
…
Detto questo, però, a livello pro, sulle BDC i freni a disco risolvono il problema del surriscaldamento delle ruote in carbonio. Scendere con i freni a disco dal Mortirolo è un discorso migliore che scendere con i caliper. Le uscite di strada in curva sono meno frequenti con i freni a disco.
Ma a livello pro. A livello amatoriale … scendi pian pianino e non servono i freni a disco. Non ci pagano per arrivare giù dal Mortirolo 20 secondi prima …
Abbastanza discutibile. I freni a disco sono più utili proprio per gli amatori!
I dischi sono il futuro, comunque inutile discuterne, le case produttrici l’hanno deciso, chi non li vuole presto non avrà scelta. Si frena meglio in ogni condizione, quindi il vantaggio c’è, non è solo marketing. Ma non è vero che le pastiglie disco durino più dei pattini. Questo succede nella mtb e nel ciclocross/gravel, con il fango, ma davvero c’è chi esce in bici da corsa e va a cercarsi il fango? Conosco ciclisti che escono con qualunque tempo, io non sono di quelli, ma neppure loro vanno a cercare strade fangose col brutto tempo, non sono così stupidi. Ho una bici da corsa che ha compiuto da poco dieci anni facendo dai 4.000 agli 8.000 km annui con dislivelli seri, e solo l’anno scorso ho cambiato i pattini, e solo dietro. Ho cerchi in alluminio, con i cerchi in carbonio c’è più usura, ma non arrivano comunque al livello dei sistemi disco. Chi ha i dischi deve cambiare pastiglie in mdedia ogni due anni, e chi fa tanto dislivello spesso è costretto a cambiarle ogni anno. E coi dischi di piccolo diametro bisogna stare attenti al surriscaldamento, dischi e pastiglie possono andare in crisi e cuocersi, soprattutto coi ciclisti pesanti e che insistono molto sul freno. Sono problemi risolvibili scegliendo misure adatte allo stile e al peso, ma l’usura pastiglie rimarrà sempre più alta dei sistemi a pattino, anche se con i cerchi in carbonio il comfort e la durata migliorano sensibilmente.
Articolo tra i più scarsi mai letto, ogni punto facilmente contestabile, ho 2 bici top di gamma Pinarello una con freni caliper e l’altra disk…. 900 gr di differenza e questo per voi è quasi uguale?
L’unico vantaggio che noto è il perno passante sulla ruota posteriore per il resto se potessi tornare indietro non la prenderei più.
Le lunghe discese le ho sempre fatte senza problemi con pattini di qualità e piste frenati pulite….
La differenza di peso c’è, Claudio, ma nei modelli più moderni non è così tanta. E volendo si può compensare in altro modo.
Ho acquistato una bici con disco ottima frenata per carità peso a parte..possibile che nessuno ha notato che a causa dell’aerondinamicità si fatica di più?se notate anche in discesa stando in scia a una bici senza freni a disco devi pedalare per non staccarti in pianura neanche a parlarne per me bocciata.
I freni a disco sulle biciclette servono a:
– produttori per vendervi nuovo telaio e nuove ruote
– professionisti che tanto non sottostanno ad alcuna delle varie menate di manutenzione, usura o altro
– meccanici che trovano nuovi “lavoretti” da scontrinarvi
Un’altra “evoluzione” che sa di “involuzione” come il “Press Fit”: comodi per i professionisti che tanto a fine giornata buttano via la bici da una scarpata, meno per chi la usa per anni, che si ritrova a farci costante manutenzione perché dopo un po’, giustamente, si staccano dalla sede
Pessima la strada che sta prendendo il mondo del ciclismo, le stanno trasformando in motociclette. Si arriverà al monocorona a 16 rapporti con cambio e freno automatico direttamente rapportati al sensore di battito cardiaco del pezzo di ciccia che muove le gambe. Tecnica zero.
L’arrivo dei freni a disco, e tutto sommato era prevedibile, non ha stravolto i ritmi di acquisto delle biciclette. Chi acquista una bicicletta ora, con molta probabilità e sempre di più, andrà sul nuovo sistema frenante. Ma non c’è stata una corsa al rinnovamento così importante.
Detto questo, è chiaro che si cerchino sempre novità. Una volta lo si faceva con le geometrie, le colorazioni, ora su altri dettagli tecnici. È e sarà sempre così.
Mettessero invece delle pieghe con gps e luci integrati, o porta gps e luci integrati, senza dover andare in giro con una bici con davanti un attaccapanni al posto di un manubrio, avrebbero già messo insieme delle belle innovazioni.
Oltre agli specchietti integrati nelle pieghe dei manubri, altro che il casco.
A me hanno salvato la vita due volte. Sono specchietti che si mettono all’estremità della piega delle bici da corsa, rendono la visibilità posteriore in maniera ottima.
Non so quanto ti salvi il casco, quando ti arriva una sportellata da un portellone di un camion lasciata aperta per dimenticanza, a 90 all’ora. Con lo specchio invece ti accorgi del pericolo, ed al limite ti butti nel solco a lato, o nel prato. Magari una sbucciatura … anche senza casco, ma meglio di andare al creatore con su il casco …
Ecco, è nella piega che siamo ancora rimasti al 1850.
Siamo nel 2020 e nessuno, a parte qualche bici elettrica da 20.000 euro, realizza pieghe tecnologiche con specchietti integrati. Un bel GPS con tasti laterali, mappa da 5 pollici centrale, e luci nella piega, almeno nelle city bike, sarebbe già una bella innovazione. Sulle altre bici, risparmio di peso. La scatola del GPS o delle luci non ci sarebbe, la sua funzione sarebbe svolta dal manubrio.
Io ho comprato manubrio e reggisella con luce integrata, comunque. Sarebbe bello se ci fosse pure con GPS cartografico o non !
Buon giorno. Mi sembra un po’ un articolo della serie ” il bastian contrario “.
Ok, il discorso delle bici da corsa, però poi si vendono bici con i freni a disco … pure sulle city bike, come se uno va al supermercato sul Mortirolo e poi scende con la spesa sulla bici tutti i giorni … cioè, si sta esagerando con questo discorso dei freni a disco, approfittando delle poche conoscenze tecniche degli utenti ciclisti sprovveduti.
OK, intanto nelle bici da corsa, possono avere dei vantaggi rispetto ai freni tradizionali, se uno va tutti i giorni a fare 1000 metri di dislivello, con discese sopra il 10% medio. Ma chi pedala in pianura … freni a disco rispetto ai freni tradizionali vuol dire svantaggi.
Intanto hanno il problema della regolazione, della centratura quando si montano dopo il trasporto della bici in macchina. Qui si parla di bici da corsa come se tutti fossero ciclisti professioniti. In realtà, la maggior parte dei ciclisti, sono normalissimi atleti amatoriali. L’operazione di montaggio di una bicicletta con freni tradizionali è nettamente più semplice e veloce e di facile centratura rispetto ai freni a disco. Quando arriveranno i nuovi sistemi che lasciano gli impianti sul telaio, questi costeranno le centinaia di euro in più.
OK, i vantaggi dei v-brake in questo articolo non sono nemmeno accennati … tipo il costo rispetto all’impianto dei freni a disco …
Comunque … silenziosità ? Abbiamo sentito in TV professionisti in fuga, e con le pastiglie non centrate che toccavano il disco rotore creando attrito e rumore. E sono in fuga. Però … a quel livello, poi il maggior dispendio di energie per mantenere il vantaggio in solitaria, lo pagano a fine gara o il giorno dopo …
Non parliamo di quando il liquido dopo aver lasciato la bici ferma in inverno, aumenta di pressione, bloccando le pastiglie contro il disco rotore. Ruota bloccata.
Bisogna portare per forza la bici dal ciclomeccanico in macchina.
Marketing ? Una cosa buona ? Evoluzione tecnologica ?
Ma se c’è in giro gente con pacchi pignoni a 11 velocità … in pianura ?
Un mio amico ha preso una bici a scatto fisso … sorpassa i gruppi con bici da corsa con pacchi pignoni ad 11 velocità, comprese piccole salitelle !!!
Anche il discorso molti rapporti è da professionisti.
Un cicloamatore che fa poche salite, può benissimo andare ancora con 5 rapporti come negli anni ’70.
Tante innovazioni sono utili solo a livello pro, a livello amatoriale totalmente superflue. Chi non fa gare, non ha bisogno di guadagnare 1 secondo a chilometro !!!
I freni tradizionali se controllati, sono sicurissimi come i freni a disco.
C’è livello e livello. Sulle MTB dei Shimano Deore XTR sono dei signori freni V-Brake !
Il costo delle pastiglie dei freni a disco ? Dipende che tipo di pastiglie si mettono. Anche li, spendi poco, durano poco, valgono poco. Poco da fare.
Per i ciclisti amatoriali non agonisti, a mio avviso, i freni a disco presentano solo ulteriori problemi. Ma basta solo vedere com’è più complicato rimontare una ruota con freno a disco dopo una foratura. Con i freni tradizionali su BDC l’operazione è facilissima.
Quello che dicono i tecnici, riguardo i tempi uguali nel cambiare le ruote ai pro, è discutibilissimo. Non a caso ai capitani cambiano tutta la bici, non ci pensano nemmeno a fare il cambio ruota, anche in caso di foratura.
Cioè : tante risposte ai miti da sfatare le trovo molto ma molto discutibili.
Io ho due MTB con freni a disco, altre bici freni tradizionali. Quelle che mi danno più problemi sono le MTB con freni a disco. Ci sarà un perchè.
In discesa, dopo 1 km anche meno … iniziano a vibrare e fischiare i freni, con rumoracci molto forti. I freni V-Brake non lo fanno mai, a meno che non siano ultrapuliti, ed allora per qualche km fischiano.
Inoltre il cambio pastiglie. Shimano nessun problema. Altre marche come Sram o Promax … centrare il disco e non far toccare le pastiglie … è un bel problema.
Quando si chiudono le viti, la centratura fa fuori squadra stringendo.
Ma nemmeno a parlarne : sempre meglio i freni tradizionali. I freni a disco è roba da atleti di livello o da professionisti.
Be’, Gabri, praticamente tutti i problemi che riporti sono già stati risolti. Certo ce ne sono altri, ma anche i freni precedenti erano lontani dalla perfezione, molto di più anzi.
EGR, non ho tempo di appuntare ogni concetto espresso. Mi trovo d’accordo Sul fatto che siano più potenti e se piove in discesa più sicuri. E non è poco. Ci sono però anche molti MA e contro. Per le MTB sono praticamente obbligatori, per le bici da corsa invece li ritengo superflui. E fai lo spurgo olio, e poi prendi la buca e il disco leggermente tocca, tagliano tantissimo. La durata delle pastiglie invece proprio non trova riascontro in quanto lei scrive. I pattini tradizionali durano 10 se non 15 volte di più delle pastiglie. E non è solo per il costo ma per il tempo di manutenzione. Io stesso e altri amici ci siamo feriti maneggiando di retta la bici (maledetti dischi)… Nel ciclismo professionistico ben vengano ma per gli amatori, pur esigenti ed agitati che siano, li trovo troppo poco utili rispetto ai contro…un abbraccio
Perché se uno vuole una bicicletta che sia MTB o bici da corsa non può più optare per una bici tradizionale ma deve per forza acquistare una con freni a disco?
Finita la stagione,ogni anno alla ripresa della bicicletta, sono certo che bisognerà prima spurgare i freni…questa operazione non la trovo per niente comoda e conveniente, e soprattutto pratica. Imporre questi cambiamenti non è una bella politica per noi consumatori appassionati di bici.
La bici da corsa con i freni a disco secondo me è solo x marketing x venderle ai talebani se non compri una bici top di gamma con ruote in carbonio piega in carbonio spendi una marea di soldi x andare in giro con un cancello di quasi 10 kg roba da bici in acciaio e cambio sulla canna anni 80 90 se fai gare in circuito i freni a disco non servono.
Mi dispiace, ma monto e smonto bici da 35 anni e da quando sono in commercio le bici da corsa con freni a dischi non ho trovato una persona del mio gruppo che non si è lamentata.
Considerando che non hanno acquistato bici da 4 soldi, e per correttezza non faccio nomi ne di marche e tantomeno di modelli, molti rimpiangono i freni tradizionali. Non è vero che i pattini ruote in carbonio durano di meno perché anche questo dipende dalla qualità delle ruote. Io ho comprato una Cèrvelo R5 tutta al top, con ruote Corima 47 WS+ a settembre 2018, avrò fatto circa 20000 km di percorsi misti e solo ora sono costretto a cambiarli. La mia bici pesa 7 kg precisi e di bici che pesano 7 kg con freni a disco, nonostante ruote più leggere causa mancanza pista frenante, e raro trovarne una.
………..dimenticavo,
ben vengano i freni a disco per i professionisti che per qualsiasi problema si vedono sostituire la bici in 10 secondi ma, una persona come me, che si allontana da casa per 100 – 200 km, arrampicato su montagne dove incontri 4 macchine in 8 ore, avventurarsi con una bici simile è (per alcuni amici è stata) un’avventura. Il meglio che ti può capitare è tornare indietro o continuare l’uscita con pastiglie che strusciano sul disco senza contare frenata inefficiente dopo una semplice caduta se entra aria nel circuito o si perde olio dal circuito. Con i freni tradizionali e raro che si rompe il cavo e qualsiasi problemi con i pattini, regolarli è un’operazione che potrebbe fare anche un bambino.
W i freni a disco per i professionisti
W i freni tradizionali per tutti gli altri amanti della bici da strada.
Bravissimo!?ma io mi tengo la mia bmc slr01 senza disco da 6.5kg in taglia 56..e voi campioni siete liberi di spendere 12000 euro per una bella tarmac sl7 fatta in Cina da 8 kg.. L importante è che abbia il disco 😎😀