23 mag 2018 – La cronometro è un esercizio spettacolare, per chi la fa, per chi la segue. E anche per chi voglia curiosare nella tecnologia ai massimi livelli di biciclette fatte per non avere compromessi: devono aiutare il ciclista a essere più veloce che mai, anche dei dettagli all’apparenza più insignificanti.
Ma la tecnologia non aiuta solo ad andare più forte. Aiuta anche a… controllare meglio. È il caso della VAR. Introdotta da quest’anno anche al Giro d’Italia per controllare le volate e, come abbiamo visto, non solo.
Vedendo il percorso di ieri, in effetti, il pensieri ci era venuto. C’erano dei tratti assolutamente solitari. Senza pubblico e senza telecamere. E qualche ammiraglia troppo vicina ai corridori, quasi ad affiancarli, l’abbiamo vista anche noi, la scusa di una foto col cellulare e magari il vento che tirava dalla parte giusta…
Che poi i giudici lo sanno pure che l’occasione qualcuno tende a sfruttarla e almeno uno lo abbiamo visto, seminascosto nella cunetta laterale a osservare i corridori. Che qualcuno lo abbiano pizzicato anche da lì?
Di certo c’è il rapporto finale della tappa che parla di sei corridori penalizzati per scia, tra cui tre della UAE, compreso Fabio Aru. Insomma, accidentale o meno resta la brutta figura e la certezza che alcune piccole furbate resteranno sempre meno impunite.
Scia e non solo. Nelle cronometro è importante anche la distanza dei mezzi al seguito del ciclista in quanto è stata ipotizzata un’influenza aerodinamica derivante dalla compressione dell’aria davanti ai mezzi al seguito che possa entrare nella sfera d’azione del ciclista. Sempre di “marginal gains” si parla, ma visto che le cronometro a volte si vincono anche per differenze di centesimi di secondo l’importanza, anche in questo caso, non è secondaria (pensiamo soprattutto alle cronometro che assegnano la prima maglia rosa, ad esempio) e se c’è un controllo più puntuale da parte dei giudici ben venga. Si va in direzione di una maggiore regolarità delle prove e forse di qualche “miracolo” in meno.
Gare a cronometro: i mezzi al seguito influenzano l’aerodinamica?
Guido P. Rubino