11 lug 2019 – È il suo primo Tour de France. Giulio Ciccone al debutto in Francia fa già il colpaccio. Si è vestito di giallo nel giorno della prima vera fuga del Tour. Lui c’era, ha resistito al ritorno del gruppo e, con i compagni di fuga che si sono via via assottigliati, si sono presentati all’inizio dell’ultima salita dl giorno, la Planche des belles filles.
Nel finale Ciccone fa un forcing che fa perdere le ruote a Wellens, la maglia a pois e ben presto rimane solo con Teuns. Un finale che si gioca sul filo degli abbuoni. Incredibile per noi comunque.
Alaphilippe, nel finale, prova il tutto per tutto con uno scatto in cui dà tutto ma non basta. Si vede anche Thomas, tanto per ristabilire le gerarchie in casa Ineos. Guadagna nove secondi su Bernal.
Intanto vince Teuns, davanti. Stacca Ciccone proprio nel tratto più difficile, ma il premio è per tutti e due: tappa per uno, maglia gialla per l’altro.
Pensare che era pure contrariato all’arrivo Ciccone. Lui puntava alla vittoria di tappa, ma ci sta: aveva – giustamente – dato tutto per guadagnare più secondi possibili..
Ora Ciccone è in giallo con sei secondi di vantaggio su Alaphilippe.
Nibali ha perso 50 secondi da Thomas. Non eccelso forse ma in linea con la sua condizione che si dice in crescita. Lui, si sa, punta ad essere al massimo nell’ultima settimana.
Meglio del previsto Fabio Aru. È arrivato poco dopo Nibali così, come a dire: ci sono.
Roba di salite al Tour de France. A dispetto della classica prima settimana si è partiti presto a salire nell’edizione 2019. Sette Gran Premi della Montagna, niente di Hors Categorie, come si chiamano qui al Tour, ma comunque strada da mettere pensieri nella testa di chi deve vincere il Tour e, soprattutto, per chi non è abbastanza in forma da temere di perderlo.
E allora va la fuga. Tappa classica di chi scappa via a caccia di tappe e punti per la maglia a pois e poi i conti da fare col cronometro alla mano.
Si rivede Giulio Ciccone. Qualcuno si chiedeva se non fosse stanco dopo un Giro d’Italia da protagonista e invece eccolo qui, in fuga presto, lontano tanto, promessa all’arrivo.
Che poi l’arrivo è di quelli cattivi. Niente quote pazzesche ma una pendenza, sul finale che arriva fino al 24 per cento. Roba da capre, non da corridori, chissà Desgrange cosa ne avrebbe detto. Forse sorride.
Redazione Cyclinside