7 ago 2020 – È una Milano Sanremo dei nodi che vengono al pettine quella che si svolgerà domani in un percorso insolito e una cornice altrettanto nuova, per non parlare della stagione. L’emergenza Covid-19 ha sconvolto i piani del ciclismo e il ciclismo ha sconvolto i piani delle amministrazioni comunali alle prese con richieste di organizzatori e leggi da interpretare, ma anche responsabilità, eventualmente, da assumersi. Già c’è la “bolla” in cui vivono corridori e addetti alle squadre, ma bisogna tenere conto del pubblico.
Il problema è stato soprattutto qui. Concedere l’autorizzazione al passaggio a una manifestazione sportiva significa garantire l’ordine pubblico necessario al passaggio della corsa in sicurezza (sull’organizzazione degli spazi concessi e sulla sicurezza poi risponde chi organizza la corsa). Con la spada di Damocle dei decreti del Presidente del Consiglio e le interpretazioni regionali ai sindaci va l’obbligo di garantire la sicurezza sul proprio territorio: quindi niente assembramenti, mascherine in caso di vicinanza eccessiva e così via. Regole che ormai abbiamo imparato tutti a mettere in pratica con meticolosità.
La Milano Sanremo, in più, ci mette che si svolge su un percorso ad alta densità turistica nel mese più caldo dell’anno. Inevitabile fare i conti con un pubblico che si può facilmente prevedere come abbondante: oltre agli appassionati ci sarà una pletora di curiosi, villeggianti, persone di passaggio.
E allora i sindaci si sono letti leggi e decreti, magari hanno consultato un avvocato e quelli del Savonese hanno alzato bandiera bianca: niente autorizzazione al passaggio della gara. È andata meglio nella zona di Imperia, comune che fa capo anche alla cittadina di Sanremo, dove il permesso è stato dato ma i patti sono chiari: niente pubblico sul percorso, non solo un divieto alla partenza e all’arrivo dove in queste prime corse post quarantena ci stiamo abituando a vedere arrivi deserti e alla presenza solo degli operatori del settore.
Difficile, diciamolo, biasimare i sindaci in questione. L’italianissimo scarico di responsabilità, in questo caso, va a loro sfavore e garantire un rispetto delle regole facendo dormire sonni tranquilli è cosa praticamente impossibile da praticare. Curiosa, certamente, la soluzione adottata nel sanremese.
Niente pubblico ma solo spettatori “casuali”, nessuno che si possa fermare ad aspettare la gara di proposito, tanto meno gruppi di tifosi organizzati, pena multe salatissime da far preferire facilmente la televisione.
In proposito sul web si stanno scatenando messaggi allarmistici e dichiarazioni. Impossibile – ci abbiamo provato – contattare il comune di Sanremo, i numeri di telefono indicati nei contatti sono dismessi o squillano a vuoto, né, sul sito ufficiale, è possibile recuperare le ordinanze relative, a parte le indicazioni sulle modifiche alla viabilità.
Insomma, se per caso foste di passaggio a Sanremo, procuratevi un cane, vero, e potreste sperare di veder passare la corsa portandolo a paseggio come facevano molti ai tempi del lockdown. Valgono, pare, anche le buste della spesa se tornate dal supermercato ma guai a dichiarare, a un eventuale controllo, che siete lì per la corsa. Non si può.
Speriamo nel buon senso di tutti (e vi sollecitiamo in questa direzione), ovviamente, che già vedere un ciclismo senza pubblico all’arrivo e chiacchiere alla partenza è snaturante di uno sport che esiste in quanto a contatto con la sua gente. Buonsenso da parte di tutti, del pubblico, ma anche di chi, domani e sotto il sole agostano, indosserà una divisa a proteggere la corsa più lunga di tutte. Il nuovo percorso segna 305 chilometri. Roba da corsa di una volta. Invece è la conseguenza di una corsa molto di oggi.
Buona Sanremo a tutti!
Per i fortunati che potranno vedere la corsa dove è permesso, oppure affacciandosi alla finestra, ecco tutte le informazioni necessarie:
Partenti
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Cronotabella
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