8 nov 2019 – Nei vecchi cinquantini, i motorini da 50 cc con cui è cresciuta più di una generazione, si toglievano i diaframmi, poi c’era chi elaborava il motore… dite la verità: quanti motorini vedete giornalmente nei limiti di velocità che sarebbero loro imposti per legge?
Dovrebbero andare a 45 chilometri orari, al massimo. Li vediamo sfrecciare a velocità molto superiori. Ed è curioso perché troppo spesso queste modifiche sono “accettate”, da non essere nemmeno contestate in caso di incidente. E ce ne sarebbe da dire su questo punto.
Altrettanto se ne potrebbe dire sulle biciclette. All’Eicma, in questi giorni, ci è capitato di sentire una domanda, solitamente rivolta ai mezzi a motore di altro genere, riguardante una e-bike: “quanto fa?”
L’interlocutore nella sua domanda che sapeva di ingenuità (o forse no) la velocità massima raggiungibile da quel mezzo, come ignorando che a prescindere dall’aspetto più o meno cattivo, quel mezzo, inteso come “bicicletta a pedalata assistita” ha un limite imposto dalla legge: la bicicletta, supportata dal motore (che si aziona solo con l’azione della spinta sui pedali) “fa” 25 chilometri orari al massimo. Di più no, perché la legge lo impone.
Lo imporrebbe.
Già, perché più di un lettore ci ha già scritto interrogandosi con domande del tipo “che senso ha parlare di motori limitati quando le stesse case prevedono dei kit di modifica per andare più forti?”
Ecco, torna in mente quel che si faceva (o di fa ancora, probabilmente) con i motorini 50 cc: c’è la modifica ufficiale e, come tale, viene presa come autorizzazione sfrecciare su strada alla massima velocità possibile. Si parla di velocità con buona pace di tutto il resto. Dei consumi, ad esempio, che salgono vertiginosamente perdendo il senso del mezzo cui ci si rivolge.
Ma soprattutto della sicurezza, della responsabilità civile e penale di portare su strada un mezzo non omologato, quindi contro la legge.
Sì, perché quelle modifiche che in qualche caso sono pensate dalla casa stessa, in realtà hanno una specifica necessaria (senza la quale non potrebbero essere vendute) che spiega come siano assolutamente vietate su strada. Insomma: fate le modifiche che volete ma poi girateci in pista. Legalmente ci sta, siamo tutti a posto così, ma altri commenti non servono nemmeno: quanto traffico dovrebbe esserci sulle piste?
Torniamo al punto sicurezza: modificare un’ebike, come un ciclomotore o qualunque altro mezzo motorizzato, facendolo differire dalle caratteristiche per cui è omologato, significa esporsi a una serie di reati e di responsabilità non di poco conto.
Non dimentichiamocene.
Bosch 2020: truccare le ebike diventa impossibile. Ma pedalare nel comfort molto più facile
Redazione Cyclinside