30 apr 2018 – Dopo il vintage l’Eroica è diventata un festival della bicicletta moderna che guarda anche al futuro. È la formula di Nova Eroica, già vista lo scorso anno e ora sempre più ricercata. Sono partiti tutti assieme (qualcuno anche con la bicicletta storica perché, insomma, quando si parla di Eroica c’è sempre chi non ci rinuncia) su un percorso che ha ricalcato in buona parte quello permanente della ciclostorica più famosa al mondo e si sono divertiti (nei tratti liberi) e sfidati (nei tratti cronometrati) per poi essere ammessi nel circuito finale che era una vera e propria gara.
Tutte le sfumature di ciclismo a Buonconvento, poco a sud di Siena, dalle famiglie al completo (per cui era stato previsto un percorso ad hoc pedalabile anche dai bambini) agli agonisti. Ma la magia è lo spirito con cui anche questi hanno preso parte alla manifestazione. Nessuna esasperazione e, anzi, tante soste ai rispori. Tanto da mettere da parte tutto quell’agonismo che spesso esaspera le granfondo.
Il via alle sette e trenta di mattina con un certo Ryder Hesjedal che ormai è affezionato a questa manifestazione. Il vincitore del Giro d’Italia 2012 si è presentato al via con la tranquillità dell’occasione e, a scanso di equivoci, senza gambe rasate ma pur sempre con un ottimo motore che gli ha permesso di divertirsi e, tutte le volte che l’abbiamo visto, neanche sudare.
A Nova Eroica si è visto di tutto e forse anche di più che all’Eroica “tradizionale”, quella con la L e l’apostrofo. C’era quello vestito da gara e le ruote in carbonio ad alto profilo, quell’altro che sembrava appena uscito a comprare il giornale in camicia e pantaloni della domenica e si era trovato lì con una bicicletta da corsa, la ragazzina vestita di tutto punto che rimbalzava nei tratti di strada bianca a dispetto dei suoi pochi chili, quelli che salutavano, quelli che scattavano e quello che rideva sempre e poi Maicol, scritto così, che all’Eroica c’è arrivato a tappe da Piacenza e mostrava fiero le scottature sulle braccia del suo week end lunghissimo. Ma c’erano pure quelli che si allenavano.
Erano gli Under 23 al giorno di riposo dalla gara a loro dedicata proprio da Eroica. Veder mischiati i corridori di domani ai ciclisti dell’Eroica è stato il sorriso più bello per Giancarlo Brocci, che a un certo punto è sceso dalla macchina e si è messo lì, a incitare tutti e a scambiar battute al volo. Ma l’avete mai visto un organizzatore che si mette a scherzare con gli atleti in corsa godendosi la giornata e indicandogli il percorso più adatto pure stimolandoli a quello più difficile?
Un passaggio anche di Norma Gimondi che non se ne perde più una (“mi sembra di stare sulle giostre quando vengo qui, non posso mancare” commentava).
Tutti al traguardo dei loro percorsi con medaglietta e sorriso d’ordinanza. I più temerari sono ripartiti per la sfida finale finita con un rocambolesco errore di percorso di cui l’organizzazione si è assunta la responsabilità risarcendo alla grande i danneggiati. Un colpo di stile che qualcun altro si è rammaricato di non essere in quel gruppetto.
Buonconvento intanto andava in musica e passeggio. Giorni di vie piene nello struscio del dì di festa tra appassionati e curiosi e ragazzini liberi di girare in un centro che vede le biciclette come unici veicoli. C’era anche il mercatino eroico, un po’ più in là e da coinvolgere meglio, perché tra porchetta e lampredotto non tutti si sono accorti che si poteva passeggiare anche in un mercato dedicato al bello stile dei pedali. Non solo pezzi di biciclette e storia, ma anche i modelli moderni, dal 12 velocità di Campagnolo (ufficialmente in anteprima a un evento) alla sua storia e poi le gravel da Specialized (che sponsorizza la Gravel Road Series di cui Nova Eroica è stata la prima prova) alla bicicletta nera e in acciaio di Bianchi. Maglie di lana e t-shirt di cotone del popolo della bicicletta. Quello che non ha più distinzioni tra vintage e moderno, strada e mountain bike. È il popolo dei pedali tutto insieme ed erano quasi mille. E ognuno la interpreti come vuole che è perfetto così.
Guido P. Rubino
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