3 mar 2018 – Soddisfatti e delusi. Le Strade Bianche 2018 hanno disegnato una classifica di corridori in stato di grazia e di altri meno in forma. Peter Sagan, il Campione del Mondo, ha pedalato col cuore più che con le gambe. La sua condizione non è male, ma oggi aveva ancora qualcosa in meno degli altri. Delusi i corridori della Quick Step che qualche speranza l’avevano pure. Stybar? E anche gli Sky, soprattutto con Kwiatkowski che sperava di bissare la vittoria dello scorso anno. Bello Valverde, all’attacco ma non irresistibile. Van Avermaet deluso e stravolto a Siena e pensare che si sentiva pure bene, aveva detto.
C’era la pioggia e pure tanta però. E quando piove fa sempre freddo, le gambe diventano dure e dopo molte discese c’erano quegli strappi micidiali che hanno spezzato le gambe quasi a tutti.
L’immagine della corsa è Wout Van Aert che a Piazza del Campo arriva e si sdraia per terra. Un urlo di dolore e disperazione. Perché ieri si scherniva. «Potrei fare bene, ma non mi aspetto niente» diceva per spostare l’attenzione lontano da lui. Poi in corsa si è visto bene che la voglia di vincere ce l’aveva e pure le gambe, o quasi. Sì, perché a Van Aert le gambe si sono spente a una trentina di chilometri dall’arrivo, forse meno. Lo abbiamo visto pedalare con la bicicletta che gli scappava da sotto per buona parte della corsa, poi, evidentemente abituato alle gare più brevi (ma non meno micidiali per sforzi e fatica) del ciclocross, lo abbiamo visto appannarsi, spegnersi. Lui che in discesa andava più forte delle moto e gli urlava di fare strada e togliersi di mezzo. Che andare forte sul fango lui lo sa fare meglio di tutti, meglio anche delle moto che hanno pesi, gomme e motore diversi. Segno che è uno che sa scegliere anche molto bene le soluzioni tecniche per la sua bicicletta.
Non aveva neanche dietro il piccolo parafango con cui qualcuno si è timidamente difeso dall’acqua. Acqua che oggi arrivava da tutte le parti, spruzzata in faccia dalle ruote degli altri e da Giove Pluvio che l’ha mandata più che mai.
Bravissimo Benoot, centellinatore di forza e di tattica. Formidabile Bardet, uno che punta al Tour de France ed è già così in forma.
Però la chiusura non possiamo che dedicarla ancora a Van Aert. Sì, per come era andata alla fine ci eravamo trovati a tifare per lui. Perché quando uno è fortissimo in una disciplina e arriva anche a primeggiare in un’altra vuol dire che è un Campione. È giovanissimo, c’è da scommetterci che questo risultato gli ha dato il via per altri pensieri.
Scommettete che lo rivedremo ancora?
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Guido P. Rubino
Ma è mai possibile che dei tre italiani che hanno fatto da gregari e finita la gara piazzati non parlate mai avete visto la gara ?