19 mar 2019 – Chiedete a Primoz Roglic che cos’è un secondo. Poi chiedetelo ad Adam Yates. Anzi no.
Per entrambi, da oggi, quel sessantesimo di minuto avrà un valore diverso, il colore di una maglia, per esempio. Una vittoria, per fortuna o maledetta.
È andata proprio così, Yates era partito con la maglia di leader nell’ultima cronometro della Tirreno Adriatico e 25 secondi di margine sul corridore sloveno. Non ne avesse avuto un paio in più avrebbe vinto lui. Roba da non dormirci da notte dal suo punto di vista.
Roba da festeggiare, invece, per Roglic. Fortuna la sua? No, non si può parlare di caso in una situazione come questa. Roglic in questi giorni lo abbiamo visto tenace ad attaccare e difendersi, sempre lì con i primi a mordere ogni metro di strada per non lasciare niente agli avversari. Tenacia e tecnologia. Quella che ci interessa anche di più scrivendo su Cyclinside.
Dalla galleria del vento
«Roglic e gli altri ragazzi del team hanno lavorato molto in galleria del vento quest’inverno – ci spiega Claudio Masnata direttamente da Bianchi – rifinendo le posizioni e provando tutti i materiali a disposizione per trovare le soluzioni più vantaggiose, dal casco ai copriscarpe. Naturalmente anche tutto quanto riguarda la bicicletta».
Il ruolo della bicicletta, in questo caso, possiamo dirlo più importante del solito. Se è vero che nel calcolo dell’aerodinamica totale il ciclista è preponderante rispetto al mezzo, anche l’Aquila CV di Bianchi ha giocato le sue carte in questo frangente.
Roglic è un corridore particolare. È arrivato tardi al ciclismo dopo aver gareggiato nel salto con gli sci. Avevamo avuto modo di scambiarci qualche parole un po’ di tempo fa e la sua calma apparente è il frutto di una preparazione certosina. Non lascia niente al caso e, come nel salto sugli sci, sa che la posizione può essere fondamentale per il risultato finale. Anzi, nel salto può bastare una mano messa male per modificare la traiettoria quando si è in aria. Guai a sbagliare. Tradotta in bicicletta, questa attenzione significa la capacità di mantenere la posizione più aerodinamica senza problemi e distrazioni.
Un segreto nella bicicletta
Ancora di più: Roglic, come i suoi compagni di squadra, utilizza per le cronometro una Bianchi Aquila CV. Una bicicletta dotata del sistema Countervail che comprende una soluzione tecnica in grado di smorzare le vibrazioni di grande efficacia. Il Countervail è un materiale viscoelastico che viene inserito nella fibra di carbonio che va a comporre i telai dandogli una grande capacità di assorbire le vibrazioni.
«La stabilità sento da questa bicicletta mi permette di tenere le mani sulle prolunghe anche nelle curve». aveva spiegato Roglic durante le prove della bici da cronometro. Certamente non poca cosa visto che data la posizione e la tipologia di ruote la bicicletta da cronometro è decisamente più difficile da guidare rispetto a una normale bicicletta da corsa. È lo scotto da pagare per avere la massima aerodinamica. Le ruote lenticolari e quelle a razze (così nella configurazione posteriore e anteriore come ha utilizzato Roglic nell’ultima cronometro della Tirreno Adriatico) sono molto rigide e in curva risultano più difficili da domare. Una bicicletta che viaggia più “liscia” trasmette più sicurezza al corridore (oltre che affaticare meno), e poter mantenere la posizione “a uovo” dove altri aprono le braccia può risultare un vantaggio non da poco, magari quel secondo…
Nella nuova versione CK16 (l’ultima variante del Celeste Bianchi, quello più acceso di tipologia moderna) che equipaggia il team l’Aquila CV ha fatto la sua parte. Al resto ha pensato il corridore sloveno grazie anche a una preparazione certosina fatta non solo di allenamento ma anche di un controllo completo dell’alimentazione e anche delle ore di sonno.
Un controllo totale che ha portato uno come Roglic a vincere un bel po’ ultimamente. Soprattutto nelle corse a tappe.
E, ci avvisano dalla squadra, sarà anche al Giro d’Italia e non certo per fare da turista.
Guido P. Rubino