21 lug 2019 – C’è un problema sicurezza al Tour de France? A vedere la tappa di ieri qualche dubbio veniva. Corridori, sul Tourmalet che si facevano largo tra ali di folla. L’immagine è bella, ma ci ha riportati drammaticamente a un anno fa, con Nibali atterrato dalla cinghia di una macchina fotografica. Non fu neanche un episodio si sconsideratezza quello, potremmo pure chiamarla sfortuna. Ma il problema è ancora prima: il pubblico non doveva stare lì in quel momento. Così come era drammaticamente lì ieri, sul Tourmalet.
E le testimonianze di chi era lì sono tutt’altro che rassicuranti. Anche a dispetto di un servizio d’ordine tosto, ma inesistente dove sarebbe servito. Ecco cosa ci racconta Stefano Boggia, dal Tour de France:
Il Tour de France non impara nulla dal passato. Sembra che questa macchina mastodontica non riesca ad ammodernarsi, o forse semplicemente non è interessata alla sicurezza, probabilmente perché non porta profitto.
Il Tourmalet aveva tutti gli stessi problemi dell’Alpe d’Huez dell’anno scorso. Sono salito in bici al mattino prima della tappa e tutta la salita era già piena di gente. Camper, tende e persone a piedi e in bici che salivano al colle. Nessun cartello o indicazione di chiusura, ma all’ultimo km si trova la Gendarmerie che ferma tutti e non esita a dare spintoni ai ciclisti che nemmeno capiscono cosa succede. Ovviamente non ho ricevuto le scuse dei gendarmi quando sono finalmente riuscito a far capire loro che possedevo un pass che mi permette di andare quasi dappertutto all’Interno del Tour, ma non è questo il punto. Il problema è che anche sul Tourmalet non c’era l’ombra di transenne.
Alle 11:30, a 2 ore dalla partenza di Tarbes, c’erano appena tre persone sulla vetta del Tourmalet che stavano montando le transenne ai 1000 metri dall’arrivo. Non è bastata la caduta di Nibali dell’anno scorso a cambiare qualcosa evidentemente.
In gara abbiamo visto gente dare veramente fastidio ai corridori negli ultimi tre km. Se consideriamo che Pinot è salito sul Tourmalet in soli 51 minuti – distruggendo il precedente record presente su Strava di 55 minuti, sempre suo – vuol dire che i primi sono saliti alla velocità media di 22 km/h. Probabilmente nella battaglia finale l’andatura sarà stata leggermente più alta della media, e quindi immaginate il dover pensare ad evitare persone in mezzo alla strada come quelle che si sono viste ieri a circa 24 km/h durante uno sforzo massimale.
Questa volta non è successo nulla, ma quante cadute dovremo ancora avere prima che il Tour de France adegui i suoi standard di sicurezza?
Stefano Boggia (https://www.daccordicycles.com/it/)