21 lug 2019 – Sul traguardo di Cervinia Andrea Bagioli (Colpack) ritrova se stesso. E questo 56esimo Giro della Valle d’Aosta, dominato dagli stranieri (dal Belgio all’Etiopia), si chiude con un successo italiano.
La maglia gialla resta sulle spalle del belga figlio d’arte Mauri Vansevenant (EFC). A Breuil Cervinia sul volto di Bagioli torna il sorriso. L’atleta di Lanzada (Sondrio) era uscito con le ossa rotte dal Giro U23 costretto a ritirarsi per febbre e dice: “Non avevo idea sulla mia condizione. I primi giorni ho davvero sofferto”. In questa stagione si è aggiudicato la Ronde de l’Isard e dalla corsa francese ha ricevuto il premio più atteso, la telefonata della Quick Step.
“Ho detto subito di sì. La reputo la formazione idonea per crescere”. Nessuno stage autunnale e la prima corsa con la nuova maglia sarà nel 2020. Tra i “pro” troverà il fratello Nicola (Nippo Fantini) con cui si allena sulle salite di casa. In casa Bagioli si parla di ciclismo dall’alba al tramonto e per 365 giorni all’anno, anche quello di Natale.
E così “ho trovato la mia prima bici sotto l’albero, una MTB rossa firmata Bottecchia”. Ed ha subito iniziato a vincere. Di trofei adesso ne ha accumulati così tanti da non avere più spazio in casa. “Li dono alla squadra del mio paese”. Serviranno di esempio.
Al Giro della valle d’Aosta si era presentato come diretto antagonista di Einer Rubio (Aran Vejus) uscito di scena nella tappa Aymavilles-Valsavarenche. “Volevo fare classifica”, dice Bagioli. Sfuggita la GC (ma ha anche indossato la maglia a pois del GPM finita sulle spalle dell’etiope Mulu Kimfe Hailemichael) il colpo grosso gli è riuscito l’ultimo giorno, quando sul traguardo ha battuto Maxim Van Gils (Lotto) e Michel Ries (Kometa). Tappa caratterizzata dalla fuga Johannes Adamietz (Herrman Radteam), secondo in GC, uno che non si è dato per vinto fino all’ultima salita.
Fuga spettacolo quella diretta a pochi chilometri dalla partenza da Adamietz e i suoi compagni di team Miguel Heidemann e Alexander Tarlton, in compagnia di Baroncini (Beltrami) e Leyman (Efc) costretto a tirarsi fuori per una foratura. Gli uomini della Herrman Radteam fanno il treno. Baroncini si mette a ruota. Il gruppo
insegue fino ad accumulare oltre 4 minuti di vantaggio. E c’è da scommetterci che il pensiero di Adamietz è il seguente: “Se la maglia gialla è in crisi e tiro avanti, prendo tappa e maglia”. Quella che porta a Cervinia è una salita di 28 chilometri, sale tosta passando da Valtournenche. Salta Tarlton, salta Heidemann, Adamietz fila liscio con Baroncini. Dietro si scatena Bagioli. Ed è colpo di scena.
Curiosità finale, la Colpack si aggiudica la tappa di Cervinia, ma anche la maglia nera salda sulle spalle di Paolo Baccio. Per il corridore di Avola, dal fisico importante e che proprio uno scalatore non è, vale un successo. “Se mi fossi aspettato un Giro così duro mi sarei dato per malato”, dice strizzando l’occhio ad “Andrea Mass Tessaro” il suo fidatissimo massaggiatore.
@lorenzacerbini