4 apr 2017 – Il mio Fiandre l’ho vissuto al bar sport. Non era il Pub di Hemelrijck, sulla salita storica del Fiandre, ma un posto più tranquillo, sulle colline tortonesi, quelle che sanno di ciclismo ancora di più: ero a Castellania, a casa di Fausto Coppi.
Il caso e un po’ di fortuna mi hanno voluto lì, invece che a Oudenaarde oppure sul divano di casa, con birra e bandiera delle Fiandre (che comunque sventolerà, fieramente, per tutta la settimana santa del ciclismo, fuori dal balcone).
A Castellania non ci sono capitato per caso. E nemmeno l’amico e collega Lorenzo Franzetti, assieme a Carola Gentilini e il bel Gino Cervi. C’era da presentare un libro e parlare di biciclette non qualsiasi ma quelle “benedette” del Museo del Ciclismo Madonna del Ghisallo.
>>> Benedette Biciclette. La collezione del Museo Madonna del Ghisallo
Chiacchiere, tra ricordi e fotografie, ricordando Magni (che il museo l’ha voluto), applaudendo Carola Gentilini, che oltre a scriverne, del museo (ne è direttrice), è riuscita a farlo rinascere con tanti bei progetti, poi Franzetti e Cervi a parlare di come si parla di ciclismo, a parole più che a watt, cercando le storie direttamente sulla strada.
A Castellania, poi, c’è un pubblico speciale. Se Coppi non è parente di sangue è comunque presente nei ricordi di famiglia. Qui la bicicletta è cosa naturale, nonostante le colline e venirne a dire è più che parlare di calcio in qualsiasi altro “bar sport”. Non a caso gli incontri de “La Mitica“, la bella ciclostorica che quest’anno sarà il 2 luglio, attirano sempre molte persone e riempiono la sala. E a dire di bici, con noi, c’era anche un altro appassionato, Andrea Maietti, che ha raccontato il suo libro “La lepre sotto la luna” fatto di racconti che a leggerli non ti fermeresti più. Ci mancava giusto Luciana Rota, altra autrice del libro del Ghisallo e altra penna di storia e di poesia su Coppi.
Però non mancava la tv, come in ogni “bar sport” che si rispetti. In questa immersione di ciclismo la storia e i racconti hanno aspettato tutti in silenzio quasi mistico l’arrivo del Giro delle Fiandre. Il quarto d’ora accademico di attesa è diventato pure mezz’ora mentre ci gustavamo la galoppata di Philippe Gilbert e stavolta l’acqua ho dovuto berla prima ancora di iniziare a parlare.
E mentre il campione brindava a birra, noi abbiamo brindato a vino, ché sui colli tortonesi fa parte della cultura e fa venir voglia di stufato e agnolotti tanto per sottolineare come la bicicletta sia racconto del territorio in tutti i suoi aspetti.
Guido P. Rubino