25 ago 2016 – Ci mancano già un po’ le Olimpiadi con gli sport che seguiamo abitualmente e con quelli che incuriosiscono e che, alla resa dei conti, torneremo a vedere fra quattro anni. In questo senso di malinconia sportiva da fine estate – i maggiori quotidiani sportivi possono tornare ad occuparsi a tempo pieno del calcio, ammesso che abbiano mai smesso di farlo – c’ anche chi tira un sospiro di sollievo. Sono gli sponsor degli atleti che hanno partecipato ai Giochi Olimpici e che ora possono tornare ad appropriarsi completamente degli atleti cui pagano lo stipendio tutto l’anno.
Sì, perché durante le Olimpiadi c’è in vigore la “Regola 40” che dice, in sostanza, che uno sponsor non possa parlare del proprio atleta durante le Olimpiadi. Quest’anno, anzi, la regola è stata rivista permettendo comunque la pubblicità “purché non in relazione ai Giochi Olimpici”. Quello è e resta un diritto solo degli sponsor olimpici e della nazionale dell’atleta.
Giusto o meno (chi sponsorizza Olimpiadi e nazionale deve ovviamente avere il massimo risalto durante i Giochi) le cose stanno così. E chi ha di fatto contribuito a pagare lo stipendio all’atleta tutto l’anno permettendogli di arrivare ai Giochi Olimpici onorando la sua nazionale ora può tornare a vantarsi del proprio atleta (il periodo è terminato giusto il 24 agosto, dopo essere iniziato il 27 luglio). Olimpiadi escluse e con poche eccezioni che comunque devono essere avallate dal Comitato Olimpico.
RC