14 lug 2016 – Ci saremmo aspettati una tappa scoppiettante, come infatti è stata, ma non così. Il ciclismo ha un problema evidentemente. L’ASO anche qualcuno in più. Che il Tour de France sia la corsa più importante del mondo non si discute, ma fare queste figure,e non solo per la copertura mondiale che c’è, non è il caso. Prevedibile? Probabilmente sì, e non solo perché stiamo scrivendo dopo il fattaccio.
Ci sono molte tappe in cui il pubblico è pericolosamente vicino ai corridori. Per stupidità a volte, per semplice incoscienza in altre (lo spettatore colpito l’altro giorno da Bennet è un esempio), ma anche la signora spostata oggi, con gentilezza, in salita, da un corridore. Signori passa la corsa, dovete far spazio. E non si corre affianco ai corridori anche se per incitarli. Però chi controlla il pubblico?
Quando arriva la corsa (e non è certo una prerogativa francese) vino e birra scorrono abbondanti nelle vene degli appassionati. Metteteci un po’ di esibizionismo e la miscela diventa esplosiva. Il patatrac è stato creato da una moto rimasta incastrata, ma stavolta non è nemmeno colpa delle moto. Era quella della tv che forse aveva più diritto di tutte a star lì. Qualcuno sarà inciampato, qualcun altro avrà spinto. Alla fine lo stop improvviso ha fatto sì che i corridori si siano trovati davanti un muro invalicabile. E ci sono franati sopra inesorabilmente in un groviglio di gambe, bici e caschi. Dovevano frenare in salita mentre si giocano la corsa e il Tour?
Però dobbiamo dirlo, Froome che non perde la testa, molla la bici che capisce inservibile e prosegue a piedi di corsa è un’immagine bellissima. Non per lui corridore, né per il ciclismo a dire il vero. Ma il Froome uomo oggi ha guadagnato dei punti, quelli del ciclista antico in contrapposizione a quello tecnologico e calcolatore che eravamo abituati a conoscere. Roba d’altri tempi, ma meglio fermarci qui.
Sì, perché a questo punto è chiaro che c’è un problema che va gestito. Capire quanto pubblico possa stare su una salita è il primo di questi. Evitare che si accumuli troppa gente in determinati punti è un altro. Ma anche transennare gli ultimi chilometri ormai non dovrebbe più essere una scelta degli organizzatori ma un obbligo del regolamento cui non si può sfuggire.
Il ciclismo è lo sport a contatto col pubblico. La Sky oggi ha rischiato di pagare il contrappasso del prendere le distanze anche quando non sarebbe il caso con la moneta di maggior valore se non fosse stato per la giuria.
Il Tour è tutto da vedere ancora, ma guai se dovesse rimanere caratterizzato da un episodio del genere. Sarebbe uno smacco che il Tour non dovrebbe meritare. Giusto?
GR