30 mar 2018 – E se fosse la bicicletta a insegnarci a guidarla meglio? Come?
Guidando le sensazioni, dicendoci, lei stessa, quanto spingerci oltre e ogni volta un po’ di più. Senza rischiare, ma facendoci prendere confidenza in sicurezza, come un buon amico che ci disegna le traiettorie da seguire, anzi di più: non dandoci consigli dall’esterno, ma dalla bicicletta stessa.
Si può fare? Blubrake ha detto di sì.
Blubrake è una società giovanissima, nata da e-novia, a Milano, come startup che fa ricerca dedicata al ciclismo e infatti raccoglie neolaureati con tesi che hanno a che fare con le due ruote. Idee interessanti, innovative e inaspettate. Tanto da farci fare una visita negli uffici milanesi di Blubrake dove la sensazione è di veder nascere le biciclette del futuro.
Tra fili elettrici e sensori di nuova concezione le biciclette da corsa imparano a “sentire” il comportamento su strada, quantificandolo in numeri che possono essere sfruttati per migliorare nella guida direttamente ma anche per analizzare in una seconda fase il comportamento del ciclista e capire come migliorare.
«Ci siamo resi subito conto che c’era spazio per sviluppare diverse idee sulla bicicletta – ci ha spiegato Daniele Graziani, responsabile delle sviluppo in Blubrake – e abbiamo immaginato come sfruttare la tecnologia per migliorare la sicurezza e le prestazioni della bicicletta».
Il sesto senso del ciclista
Quello che in Blubrake hanno definito come “sesto senso del ciclista”, ha nome in codice BB6S, una vera e propria intelligenza artificiale a disposizione del ciclista. Il sistema, infatti, aiuta il guidare meglio la bicicletta, non è solo un sistema d’allarme per una situazione di pericolo, anzi, esattamente il contrario. Aiuta a migliorare la guida della bicicletta innalzando il livello man mano che “sente” che il ciclista impara.
Grazie ad un sistema di accelerometri e giroscopi triassiali, unito a uno speciale sensore di velocità, il BB6S è in grado di “sentire” il comportamento della bicicletta e avvisare il ciclista di come guidarla.
Un lavoro ingegnoso nel progetto e nella realizzazione. Il sistema prevede delle piccole aggiunte alle leve dei freni che provocano una leggera vibrazione, ben rilevabile dalle dita, per sapere quanto frenare. Il sesto senso del ciclista è proprio questa vibrazione che va “inseguita” per far si che la frenata sia il più efficace possibile e senza il rischio di ribaltamenti (il sistema sente se la ruota posteriore perde aderenza) né di far scivolare la ruota anteriore.
Man mano che si impara, il sistema porterà il ciclista ad una frenata sempre più efficace e pronta analizzando anche l’inclinazione della bicicletta così da non superare il limite.
Un funzionamento semplicissimo con la parte complicata tutta sotto il cofano, anzi, all’interno del tubo piantone della bicicletta dove viene posizionata l’unità di intelligenza artificiale assieme alla batteria (lasciando spazio anche per la batteria eventuale dedicata a cambio e deragliatore elettronici).
Cosa deve impostare l’utente? Solamente le condizioni della strada, se asciutta o bagnata, tramite un comando che viene posto sull’attacco manubrio e permette anche di accendere e spegnere il sistema e accedere per la ricarica. Dopo l’impostazione principale sarà comunque l’unità di intelligenza artificiale che saprà cogliere i comportamenti della bicicletta capendo quando le gomme stanno per perdere aderenza grazie alle rilevazioni continue che vengono elaborate.
Con il BB6S è stata sviluppata anche un’app dedicata che permette di analizzare i percorsi fatti (anche di tenere traccia del tracciato tramite GPS) e soprattutto riporta l’analisi dettagliata di ogni frenata effettuata e delle performance, compresa la cadenza di pedalata ma anche l’angolo di piega della bicicletta in curva. La raccolta dei dati avviene direttamente a livello di applicazione, per cui occorrerà aver cura di ricordarsi di farla partire prima dell’uscita.
I dati raccolti, inviati su cloud, permettono poi di fare un’analisi più dettagliata dei miglioramenti di ogni utente. È presente anche un sistema che permette di inviare una chiamata di emergenza in caso di incidente.
«Nel mondo del ciclismo non era mai stata pensata una cosa del genere – dice Fabio Todeschini, cofondatore di BluBrake – il sistema che abbiamo pensato è fatto in modo che si possa adattare a ogni ciclista, dall’amatore al professionista, per permettergli di migliorare lo stile di guida».
Il sistema, inoltre, è già approvato dall’Unione Ciclistica Internazionale e può essere utilizzato anche sulle biciclette in gara volendo.
Quando siamo usciti dagli uffici di Blubrake era già buio, ma la giornata degli ingegneri al lavoro sembrava tutt’altro che volgere al termine. La quantità di dati raccolta e le idee sembrano non finire mai e a chiacchierare con loro già ne vengono in mente altre. La sensazione è di essere solo all’inizio. E la bicicletta diventa sempre più intelligente.
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Per chi volesse approfondire ecco il sito web di Blubrake: http://blubrake.it
Guido P. Rubino